Quest’anno andrò a pasare il Natale dai miei a Chichester, nel sud dell’Inghilterra. Ecco cinque tradizioni squisitamente britanniche che mi aspettano.
Il discorso della regina. Giorno di Natale, ore 15, reti unificate. Imbottite di tacchino, cavoletti di Bruxelles e Christmas pudding (un budino di frutta secca e brandy studiato appositamente per rimanere sullo stomaco), le famiglie inglesi si siedono davanti alla tv – chi con spirito ironico, chi da suddito fedele – per sentire il riassunto dell’anno della signora Windsor. Ormai trasmesso anche su internet, e non più feudo esclusivo della Bbc, il messaggio natalizio di quest’anno viene prodotto per la prima volta da Sky e per la prima volta in 3D. Allacciate le cinture per un viaggio da brivido.
Jesus is the reason for the season. Ogni volta che torno in Inghilterra per Natale vedo che qualche guastafeste ha attaccato questo slogan da qualche parte, spesso in forma di adesivo sull’auto (ma esiste anche come luminaria lunga due metri e mezzo, per chi ci tiene tanto a trasmettere il messaggio). Non si rendono conto che il reason for the season è il consumismo sfrenato, o magari il senso di sollievo visto che anche quest’anno il Sole non ci ha abbandonato per sempre?
Il giorno dei taxi e delle bici. Il giorno di Natale, quando tutti vanno a trovare i parenti, non ci sono né treni né metro né autobus, con l’eccezione di qualche collegamento aeroportuale. L’anno scorso a Londra c’è stata un’impennata nell’utilizzo delle Boris bikes, le biciclette del progetto di bike sharing messo in piedi dall’estroso sindaco di Londra, Boris Johnson. Era l’unica forma di trasporto pubblico attivo nella capitale.
Carol service. Gli inni natalizi inglesi mescolano influenze sacre e profane, dal pio Adeste fidelis (anglicizzato in O come all ye faithful) al palesamente pagano The holly and the ivy (Il pungitopo e l’edera), di origini forse druidiche. Il carol service, la messa prenatalizia anglicana durante la quale viene programmata una selezione di questi inni, intercalati da letture della storia della Natività, vede le chiese gremite di senzadio come me, venuti per cantare a squarciagola e scolarsi un bicchiere di vino con le spezie. Fa parte del gioco anche la predica del prete di turno, che fulmina puntualmente quelli che vengono in chiesa solo una volta all’anno per cantare a squarciagola e scolarsi un bicchiere di vino con le spezie. Il carol service più famoso di tutti è quello dei coristi del King’s College, a Cambridge, che viene trasmesso in diretta dalla radio della Bbc.
Arance. Il Christmas stocking è una calza che viene appesa sulla mensola del caminetto oppure a piedi del letto dei bambini la vigilia di Natale. La mattina dopo, quando i bambini si alzano, si sarà riempita, come d’incanto, di piccoli regali. Da piccolo, quello che apprezzavo di meno era l’arancia infilata nella punta della calza. Era un’arancia banale, di quelle che trovavo tutti i giorni, o quasi, nel cestino della frutta in cucina. Adesso, però, è una tradizione che ho imparato ad apprezzare. Parla di un mondo preglobalizzato, quando mangiare un’arancia in pieno inverno in un paese del freddo nord era qualcosa di speciale.
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