03 marzo 2014 16:33

Camminare per le strade di São Paulo lo scorso weekend è stata un’esperienza surreale per chiunque avesse poca dimestichezza con la cultura brasiliana o non fosse al corrente dell’attuale situazione politica del paese. Il 22 febbraio c’erano gruppi in maschera mischiati a manifestanti che gridavano slogan di protesta e sventolavano bandiere di partito. Mentre i primi cercavano di raggiungere uno dei blocos, i tradizionali gruppi che sfilano al ritmo di samba durante il carnevale, gli altri provavano a unirsi a una manifestazione contro i Mondiali, la seconda in un mese.

La manifestazione è stata convocata da una coalizione di movimenti, professori, operatori della sanità e giovani dei partiti di sinistra. La strategia è di organizzare una marcia al mese a São Paolo per protestare contro la carenza d’investimenti in settori prioritari. Questa volta il tema centrale era il sistema scolastico brasiliano. Ma la manifestazione è sfociata in una mini sceneggiata, proprio come le parate del carnevale.

I 1.500 partecipanti sono stati scortati da un cordone di polizia composto da quasi altrettanti agenti. Dopo circa un’ora, la polizia militare ha disperso la folla con gas lacrimogeni e ha isolato il gruppo di testa, dove c’erano alcuni black bloc. Più di duecento persone sono state circondate da un numero almeno doppio di poliziotti e arrestate per alcune ore senza potersi muovere o andare al bagno, per poi essere trasferite in questura per l’identificazione.

Con quest’operazione la polizia ha fatto capire di essere pronta a ricorrere a nuove tattiche per assicurare dei Mondiali tranquilli ai turisti stranieri. L’operazione è stata salutata con entusiasmo da alcuni mezzi d’informazione e dal governatore dello stato, Geraldo Alckmin. Un sondaggio dell’istituto Datafolha ha rivelato che il sostegno dell’opinione pubblica alle proteste è sceso dall’81 al 52 per cento da giugno 2013.

Secondo un altro sondaggio dell’istituto Ipobe, anche l’entusiasmo per i Mondiali è sorprendentemente basso: solo il 58 per cento degli intervistati è favorevole alla manifestazione, mentre il 38 per cento crede che dovrebbe svolgersi in un altro paese. Naturalmente non tutti scenderanno in piazza. E mentre molti continueranno a manifestare, l’altra metà dei brasiliani vuole solo ballare la samba. Almeno fino alla fine del carnevale.

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