29 gennaio 2019 13:10

Il 28 gennaio il presidente francese Emmanuel Macron ha potuto constatare che la crisi dei gilet gialli può fare irruzione all’improvviso anche in un contesto diplomatico, strumentalizzata per motivi che non hanno alcun legame con la situazione sociale in Francia.

È accaduto durante la conferenza stampa congiunta con il presidente egiziano Abdel Fatah Al Sisi, un esercizio delicato attorno al problema del rispetto dei diritti umani in Egitto. Un giornalista ha espresso la sua preoccupazione per la sorte delle persone arrestate in Francia e ha chiesto cosa ne sarà, una domanda che conoscendo la natura del regime del Cairo è stata probabilmente “ispirata” dal governo.

È stata una manovra astuta: Macron aveva annunciato in anticipo che avrebbe affrontato il problema dei diritti umani, sempre più grave in Egitto, e parlare dei gilet gialli e della repressione è stato un modo intelligente di rendere pan per focaccia al presidente, in un teatro politico perfettamente controllato.

Nessun paragone
Senza alludere all’Egitto – anche se tutti hanno capito il riferimento – Macron ha ricordato che in Francia esiste il diritto a manifestare, che non fa confusione tra i manifestanti e i vandali e che le persone interrogate sono state fermate non per le loro opinioni, ma per gli atti di violenza, aggiungendo che non bisogna affrettarsi a fare un paragone tra due situazioni (ovvero, sottinteso, tra i gilet gialli e i dissidenti imprigionati in Egitto)

Perché in fondo è di questo che si trattava. Il presidente Al Sisi è rimasto impassibile quando il suo collega francese ha evocato la sorte degli attivisti in galera, ma si è innervosito per una domanda posta da un giornalista francese. “Non vogliamo che in Egitto i diritti umani si limitino unicamente ai blogger”, ha dichiarato Al Sisi, infastidito. È anche vero che i blogger in questione non dovrebbero essere in carcere…

Il movimento dei gilet gialli ha colpito le coscienze di tutto il mondo, qualcuno vuole rifletterci, altri vogliono strumentalizzarla

Questo scambio di battute non ha compromesso i buoni rapporti tra i due capi di stato, anche perché Emmanuel Macron ha dato prova di grande equilibrismo dichiarandosi alleato dell’Egitto nella lotta contro il terrorismo e nel processo di sviluppo del paese.

Ma i gilet gialli sono rimasti vicini. La sera, davanti alla comunità francese d’Egitto, Macron si è soffermato a lungo sull’argomento, sottolineando che il momento attuale in Francia può rappresentare una “formidabile opportunità” per reinventare un modello francese ed europeo in crisi. Il 29 gennaio, al Cairo, si terrà un dibattito tra francesi.

L’insegnamento che possiamo trarre da questa giornata è che il movimento dei gilet gialli ha colpito le coscienze di tutto il mondo. Alcuni vogliono riflettere su questa crisi sistemica, altri vogliono solo strumentalizzarla.

Le immagini di violenza hanno senz’altro indebolito la posizione di Macron all’estero, ma in questo momento tutti prestano attenzione al modo in cui il presidente sta tentando di uscire dalla crisi e si domandano se riuscirà a trasformare in forza quella che oggi è una debolezza.

(Traduzione di Andrea Sparacino)

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