06 settembre 2017 17:00

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una donna che sta valutando l’ipotesi di prendersi un feticista dei piedi come schiavo. Sbrigherebbe i lavori di casa, comprese le pulizie e il bucato, e mi farebbe i massaggi ai piedi e la pedicure in cambio della possibilità di adorarmi e farsi le seghe sui miei piedi da modella quando io decido che se l’è guadagnato. Ho il dovere morale dirlo ai miei coinquilini? Di fatto lui userebbe uno spazio comune che appartiene anche a loro. Mi informerò dettagliatamente sul suo conto, chiedendo referenze, e lo incontrerò almeno una volta in territorio neutrale, più qualsiasi altra cosa potrai suggerirmi tu a fini di sicurezza. Anche se i coinquilini non sono quel che si dice conservatori, non so se capirebbero una situazione del genere. Io farei venire lo schiavo quando non c’è nessuno, dopodiché i coinquilini, tornando a casa, troverebbero gli spazi comuni tirati a lucido! Lo schiavo non entrerebbe mai nelle loro stanze, né lo lascerei mai da solo finché non si fosse creato un forte legame di fiducia. Nessun danno e va bene così? Oppure supererei un limite?

–Man Into Cleaning A Shared Apartment

Un mio amico di Berlino ha un accordo simile. C’è un tizio che gli va a pulire casa una volta alla settimana e il mio amico, se ritiene che abbia fatto un buon lavoro, lo ricompensa con una ginocchiata nelle palle.

Ci guadagnano entrambi: il mio amico — sessualmente tradizionale ma non avverso ai feticismi — si ritrova l’appartamento tirato a lucido (cosa che gli piace ma non gli va di fare personalmente), e l’altro si fa sfondare le palle con regolarità (cosa che gli piace ma non può fare personalmente). Il mio amico però abita da solo, MICASA, e questo fa parecchia differenza. Oppure no?

Veniamo a un po’ di teoria sui giochi-con-i-feticisti-dei-piedi: se tu facessi sesso con un fidanzato negli spazi comuni di casa tua mentre i coinquilini non ci sono — mettiamo che il fidanzato (o anche uno rimorchiato a caso) volesse scoparti sul pavimento della cucina — tu non avresti il dovere morale di messaggiare i coinquilini per chiedergli il permesso. Ma qui non si parla di una persona o di un tipo di sesso normale: parliamo di un feticista che vuole essere il tuo schiavo. Fa differenza?

Può farla per chi considera tutti i feticisti come pericolosi maniaci sessuali, MICASA, ma un feticista non è né più né meno pericoloso di una persona dai gusti tradizionali. Se poi tu ti sei presa la briga di informarti sul suo conto — facendoti dare il suo vero nome e i suoi contatti, incontrandolo in pubblico almeno una volta, chiedendogli delle referenze e verificandole — un feticista è meno pericoloso per te e i tuoi coinquilini di un tradizionalista a caso rimorchiato in un bar alle 2 del mattino.

Togliendo gli elementi più clamorosi — la passione per i piedi, il desiderio di farti da schiavo, l’immagine di lui che si fa una sega sui tuoi alluci — cosa rimane? Un’amicizia sessuale. Ad avere la casa tirata a lucido ci guadagni tu (insieme ai tuoi coinquilini); a poterti adorare i piedi ci guadagna lui.

Diventerebbe un tuo partner sessuale più o meno regolare, MICASA, e se è vero che fareste sesso non convenzionale, i rapporti sessuali che hai in casa tua — compresi quelli negli spazi comuni quando siete soli — non sono in definitiva affari dei tuoi coinquilini.

Ciò detto, a meno che (o fino a quando) tutti i coinquilini non saranno informati, penso che non dovresti mai lasciarlo da solo in casa.

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Da ubriaca la mia ragazza mi ha confessato che faceva la pipì addosso al suo ex. Non so bene come reagire a questa informazione.

–Dude’s Relationship In Peril

Lei ti ha chiesto di reagire a questa informazione? Ti ha detto: “Sai, al mio ex facevo la pipì addosso. Non è che adesso con questa informazione potresti fabbricarmi un acchiappasogni?”. La tua fidanzata faceva pissing con un ex, probabilmente su richiesta di quest’ultimo, embe’? Se a te il pissing non piace, DRIP, non stare a ossessionarti sui dettagli che ti turbano e concentrati sul quadro d’insieme: hai una fidanzata avventurosa, congratulazioni. Se lei non ha un fidanzato altrettanto avventuroso, spero tanto che lo trovi.

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Mio figlio di 7 anni ha cominciato ad avere una passione per garze, stecche e bende quando ne aveva 3, e a 4 era già chiaramente sessualizzato. Gli viene duro quando gioca “alle ossa rotte” o anche solo vedendo delle bende, e dice che gli piace tanto toccarsi il pene mentre lo fa. Io e mio marito (entrambi dai gusti felicemente classici) la prendiamo in modo comprensivo e disinvolto. Gli abbiamo procurato dei “materiali”, insegnato il concetto di privacy e quali sono le cose che si fanno da soli, e gli ricordiamo in continuazione di non fasciarsi la testa o il collo. È normale essere così feticisti già da piccoli? So che in genere i feticismi nascono da associazioni mentali formate nell’infanzia. Lui, quando aveva 2 anni, ha dovuto fare un intervento inguinale per correggere un problema comune. Può essere stata quella, la scintilla? Voglio che mio figlio cresca con una sessualità sana e positiva. Gli stiamo facendo un favore o un cattivo servizio dandogli gli strumenti, la libertà e l’intimità per dedicarsi a un feticismo così da piccolo?

–Boy Always Needing “Doctoring” And Getting Edgier

Il comportamento di vostro figlio non è così anomalo, BANDAGE. Per i bambini, anche molto piccoli, toccarsi i genitali è la norma, sia in pubblico, dove può essere un problema, sia in privato, dove non dovrebbe esserlo mai. E dio solo sa se i bambini vanno in fissa con le cose più strane (ma cosa ci trovano, nei dinosauri?). Ora come ora, tuo figlio ha l’ossessione delle bende, delle stecche e della garze, il suo non è un interesse puramente intellettuale, ed è facile intravedere un nesso tra questa ossessione e l’esperienza che ha avuto con bende e garze sotto la cintura.

Nulla di tutto ciò significa che tuo figlio sarà sicuramente un feticista anche da grande, BANDAGE (non che ci sia niente di male a essere feticisti da grandi). Ci sono un sacco di feticisti felici e sani, e da grande vostro figlio potrebbe essere uno di loro. Ma è presto per dirlo, e fintanto che i suoi interessi non gli complicano la vita (finché non fa cose inopportune con gli amici o a scuola), con il passare del tempo tuo figlio e il suo quel-che-è finiranno per preoccuparvi di meno, finché un bel giorno non saranno più affari vostri.

Nel frattempo, conviene che evitiate di schiaffare l’etichetta “feticista” su un bambino di 7 anni (casomai vi sentisse usare quel termine parlando di lui: ha le competenze informatiche per googlarselo da solo?). Ma per il resto state andando benissimo. Non lo fate vergognare, non alimentate ulteriormente la sua attrazione per bende, garze e stecche impedendogli di avvicinarcisi, gli state insegnando cose importanti sulla privacy e su cosa bisogna riservare ai momenti in cui si è da soli.

Mi chiedi se è normale essere “così feticisti” (espressione che entrambi, a partire da oggi, manderemo in soffitta, perlomeno parlando di vostro figlio) già da piccoli. Probabilmente no, ma che vuol dire? A sentire gli scienziati la maggior parte degli adulti ha qualche parafilia, ovvero una “pulsione o interesse erotico non normativo”.

Questo vuol dire che i feticismi sono una cosa normale — almeno per gli adulti — e quindi se anche tuo figlio non è normale adesso, BANDAGE, lo sarà un giorno. La maggior parte dei feticisti adulti felici, sani ed equilibrati è in grado di indicarti qualche elemento della loro infanzia che sembrava presagire il loro interesse da adulti per le bende/il bondage/i palloncini/la qualsiasi. La scrittrice, giornalista e feticista delle sculacciate Jillian Keenan (autrice di Sex with Shakespeare), quando aveva l’età di vostro figlio era affascinata dalle sculacciate; a lei piace ripetere che era consapevole del suo orientamento feticista prima ancora di conoscere il suo orientamento sessuale. Il comportamento di vostro figlio potrebbe quindi non essere “normale” per un bambino i cui gusti da grande diventeranno tradizionali, ma “normale” per uno che da grande diventerà un feticista.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Questo articolo è stato pubblicato su The Stranger.

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