15 gennaio 2020 16:33

Avvertenza. Il linguaggio di questa rubrica è diretto ed esplicito.

Sono una 26enne bisessuale con trascorsi di autolesionismo. Da qualche anno il problema non si ripropone più di tanto, ma nel frattempo la mia vita sessuale è molto migliorata. Ho capito di essere abbastanza sottomessa e masochista, e ho trovato uno stupendo partner dominante con cui riesco a esplorare queste fantasie in modo sano e positivo. Ieri sera ho visto il film Secretary, dove Maggie Gyllenhaal interpreta una donna che si fa del male da sola, però smette quando comincia una storia dom/sub con il suo capo. Ovviamente il film ha dei difetti, e non è esattamente il manuale perfetto di una sana relazione bdsm (le dinamiche di potere, la mancanza di consenso, quella bizzarra scena dove lui viene!). Ma io mi sono comunque immedesimata nel personaggio di lei, e ho cominciato a chiedermi per quali ragioni io ricerchi questo tipo di relazione sessuale. Il mio timore è che senza volerlo io stia usando il dolore che ricevo in modo amorevole dal mio partner come surrogato di quello che mi procuravo con le mie cattive abitudini. O per me il bdsm è un modo per contenere i danni? È un paragone che razionalmente si può fare?

– Seeking Careful Advice Regarding Recent Emotional Discovery

“Capisco perfettamente ciò che prova SCARRED”, risponde Lina Dune, ideatrice di Ask a sub (askasub.com). “Sei lì che esplori le tue fantasie, e di colpo la cultura di massa interviene con un film o un commento a caldo impreciso che ti guasta la scoperta”.

Dune è anche nota come “la fatina della sottomissione” alle sue migliaia di follower su Instagram, dove scrive con regolarità su argomenti che vanno dal mondo dom/sub ai tanti campanelli d’allarme che possono sfuggire a un principiante del bdsm (se un dom vi dice che con i sottomessi lui “non tratta”, scappate). Pur essendo relativamente giovane, Dune è attiva nel circuito bdsm da tanto tempo, e si definisce “sottomessa a tempo pieno”.

“C’è una bella differenza tra l’autolesionismo e ciò che SCARRED fa con il suo dom in un contesto consensuale, razionale, calibrato e provvisto di parole di sicurezza”, spiega Dune. “Ed è indicativo che nella lettera non dica ‘Oddio, i rapporti d/s sono il mio nuovo autolesionismo!’ No, lei si preoccupa della possibilità di praticare, in modo involontario o inconsapevole, una qualche forma di autolesionismo”.

Illustrazione di Francesca Ghermandi

Se è vero che il personaggio di fantasia interpretato da Maggie Gyllenhaal smette di farsi del male una volta intrapreso un rapporto dom/sub con il personaggio di fantasia interpretato da James Spader, SCARRED, io, in una storia di fantasia, eviterei di cercare troppi significati. Nel senso che, se il film lasciava intuire un nesso causale tra il rapporto dom/sub intrapreso dalla protagonista e la fine degli atti autolesionistici, non è detto che lo stesso valga per te.

“Quando si tratta di desideri sessuali, la società ci infantilizza, in particolare le donne”, dice Dune. “Il messaggio è: ‘Non sai in cosa ti stai cacciando’, oppure ‘Non capisci l’effetto che ha su di te’. Ma se c’è una cosa sulla quale SCARRED è un’esperta, è proprio se stessa. Non è che con il suo dom lei va in trance – checché vogliano farci credere i film sui rapporti dom/sub – il che vuol dire che è cosciente delle decisioni che prende, e che la sente come una cosa buona e sana. Il corpo in genere non mente, e sono pronta a scommettere che l’autolesionismo non le procurava la stessa sensazione”.

Ma se anche fosse come dici tu – se anche, speriamo di no, per te il bdsm gioioso e consensuale con un’altra persona fosse in qualche modo un surrogato di quell’autolesionismo praticato isolandosi – potrebbe comunque essere un buon segno.

Dune ti consiglia di esplorare le tue emozioni con un terapista di vedute aperte, e io mi unisco a lei. “Per come la vedo io, SCARRED potrebbe essersi praticata da sola una cosiddetta ‘terapia espositiva’, che secondo alcuni psicologi è esattamente il potenziale beneficio di un bdsm concordato e consensuale”, dice Dune. “Esempio: per chi ha paura di sentirsi impotente può essere utile sperimentare l’impotenza a piccole dosi controllate, nel contesto di una situazione bdsm strutturata e consensuale. Guardare negli occhi una paura e quindi riuscire ad allontanarsene spontaneamente con qualche coccola e un breve confronto con il partner può aumentare, e non diminuire, la sensazione di potenza. Se SCARRED riesce a elaborare tutto questo in modo cosciente con un terapista e con il suo Dom, il loro rapporto bdsm può avere un grande potenziale terapeutico, a patto che al suo interno lei si mantenga autonoma’”.

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Sono un 26enne eterosessuale che non scopa da un po’. In realtà non ho mai scopato granché. Ho perso la verginità tardi – a 23 anni, era anche il primo bacio – e nel frattempo avevo accumulato una discreta quantità di frustrazione, ne è rimasta un sacco. Soffro anche di un’ansia da rapporti sociali paralizzante, al punto che non riesco a conoscere persone nemmeno su internet, il che esclude i siti d’incontri. Ultimamente mi sono reso conto che per me l’unica possibilità di stare meglio è smetterla di desiderare tanto il sesso. Ed è. Una cosa. Difficile. Il primo passo è accettare le cose per come sono, e in quello faccio progressi. Ma il sesso è ovunque: tv, cinema, riviste. Nelle poche occasioni in cui vedo altre persone, di sesso si parla tanto. C’è chi si lamenta del fatto che “non lo fa” da due mesi, e che non gli basta. Ho sentito persone definirsi “sbocciate tardi”, avendolo fatto per la prima volta a 17 o 19 anni. Mi sento veramente anomalo. Il mio coinquilino porta spesso delle donne a casa. A me, quando sento che ci danno dentro nell’altra stanza, vengono gli attacchi di panico. Vorrei capire come accettare il fatto che non scopo, ho scopato pochissimo e sono inesperto, impacciato e solo. So che è una grossa domanda, ma magari hai qualche pensiero prezioso.

– After-School Special

Siccome non c’è modo di cancellare le scene e i riferimenti sessuali da ogni serie che guardi, rivista che leggi o conversazione che intrattieni, ASS, il tuo tempo sarà assai meglio speso lavorando su te stesso, invece di invocare un mondo asessuato. E quando dico “lavorando su te stesso” intendo “trovarti uno psicologo”. Che prima o poi ti ricapiti o meno di scopare, l’aiuto di un professionista nell’affrontare la frustrazione e l’ansia sociale migliorerà la tua vita (potrebbe aumentare le tue chance di ricominciare a scopare, ASS, ma non posso promettere).

E rincuorati: per ogni lettera come la tua che ricevo da un lettore eterosessuale, una identica mi arriva da una lettrice eterosessuale. Il che significa che in giro ci sono molte donne altrettanto inesperte, impacciate e sole. Quando ti sarai rimesso in sesto – non serve la perfezione, basta funzionare – potresti trovare un’intesa con una di loro, o con altre donne (ma nessuna cerca un’intesa con chi emana un senso di rabbia, per cui stai alla larga dai forum per maschietti arrabbiati).

L’inesperienza ti rende meno anomalo di quanto sembri credere. Se nel 1991 la percentuale di studenti delle superiori che aveva fatto sesso prima dei 18 anni, secondo i dati dei Centers for diseases control and prevention, era del 54 per cento, oggi solo il 41 per cento degli studenti delle superiori fa sesso prima dei 18 anni. Il che vuol dire che di boccioli tardivi ce ne sono parecchi, ASS. E se ti avranno senz’altro detto che la sicurezza in se stessi rende attraenti, qualcuno potrebbe aver aggiunto che per avere sicurezza ci vuole esperienza. Bisogna sentirsi a proprio agio con se stessi per dire apertamente chi siamo, come stiamo e cosa cerchiamo.

Ma prima di tutto: trovati un bravo terapista… e magari delle cuffie isolanti.

(Traduzione di Matteo Colombo)

Savage love è una rubrica di consigli sessuali e di coppia pubblicata su The Stranger.

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