Il procuratore speciale incaricato dell’inchiesta sul tentativo di Donald Trump di rovesciare l’esito delle presidenziali del 2020 sostiene che il leader repubblicano abbia agito in quanto candidato e non possa quindi beneficiare dell’immunità presidenziale, in base a un documento pubblicato il 2 ottobre.

Nel documento di 165 pagine, presentato la settimana scorsa alla giudice Tanya Chutkan, il procuratore Jack Smith punta a dimostrare la natura privata degli atti per i quali l’ex presidente è perseguito.

Secondo Smith, questi atti non sono quindi coperti dall’ampia immunità penale concessa al presidente dalla corte suprema, a maggioranza ultraconservatrice, il 1 luglio.

Il documento comprende elementi finora non divulgati, tra cui la testimonianza di un alto funzionario della Casa Bianca dell’epoca, che racconta una conversazione tra Trump, la moglie, la figlia e il genero a bordo dell’elicottero presidenziale.

In base alla testimonianza, che l’accusa vorrebbe presentare in un futuro processo, Trump avrebbe detto: “Non importa se abbiamo vinto o perso le elezioni, dobbiamo combattere come cani”.

Dopo la sconfitta nelle presidenziali del 2020, “Trump, con la complicità di privati cittadini, si è imbarcato in una serie di tentativi sempre più disperati per ribaltare l’esito legittimo del voto in sette stati”, si legge nel documento.

Questi tentativi sono culminati il 6 gennaio 2021 nell’assalto al congresso, il cuore della democrazia statunitense, a cui hanno partecipato centinaia di sostenitori di Trump.

“Il complotto era principalmente di natura privata”, si legge nel documento. “Trump ha infatti usato ampiamente attori privati e le strutture della sua campagna elettorale, agendo in quanto candidato”.

L’ex presidente e attuale candidato repubblicano ha reagito con una serie di messaggi sul suo social network Truth Social, in cui definisce il documento “pieno di falsità” e accusa l’amministrazione Biden di voler “condizionare le presidenziali”.

Con una maggioranza di sei giudici a tre, la corte suprema ha stabilito il 1 luglio che il presidente “non gode dell’immunità per i suoi atti non ufficiali, ma ha diritto almeno a una presunzione d’immunità per i suoi atti ufficiali”.

Sottoposto a vari procedimenti penali, Trump sta facendo tutto il possibile per ostacolare l’avvio dei processi.

In caso di rielezione, potrebbe – dopo l’insediamento nel gennaio 2025 – ordinare la sospensione dei procedimenti federali a suo carico.