Il 26 novembre la Svezia ha chiesto a una nave cargo cinese ancorata nello stretto di Kattegat di raggiungere le sue acque territoriali per contribuire alle indagini sulla rottura di due cavi sottomarini per le telecomunicazioni, considerata un possibile atto di sabotaggio.
“Abbiamo inoltrato la richiesta sia all’equipaggio della nave sia alle autorità cinesi”, ha affermato il primo ministro svedese Ulf Kristersson durante una conferenza stampa, sottolineando che nessuno deve sentirsi sotto accusa.
“Vogliamo che la nave raggiunga le nostre acque territoriali per contribuire alle indagini e aiutarci a fare rapidamente chiarezza”, ha aggiunto.
Il 17 e il 18 novembre due cavi per le telecomunicazioni, entrambi situati in acque svedesi nel mar Baltico, erano stati danneggiati: il primo, l’Arelion, collega l’isola svedese di Gotland alla Lituania. Il secondo, il C-Lion1, collega Helsinki, in Finlandia, a Rostock, in Germania.
La Yi Peng 3, una portarinfuse cinese costruita nel 2001, era in navigazione nella zona dei cavi al momento della rottura, secondo alcuni siti web che tracciano gli spostamenti delle navi.
Il fatto che la nave sia ancorata dal 19 novembre nello stretto di Kattegat, tra la Danimarca e la Svezia, ha sollevato alcuni interrogativi.
“Atto di guerra ibrida”
Le tensioni nel mar Baltico seguite all’invasione russa dell’Ucraina hanno spinto vari leader europei a reagire alla rottura dei cavi evocando la possibilità di un “atto di guerra ibrida” orchestrato dalla Russia.
“La sicurezza dell’Europa non è minacciata solo dalla guerra di aggressione russa in Ucraina, ma anche da possibili atti di guerra ibrida”, avevano affermato il 18 novembre in un comunicato congiunto le ministre degli esteri di Germania e Finlandia, Annalena Baerbock ed Elina Valtonen.
I paesi europei usano sempre più spesso il termine “guerra ibrida” per definire le azioni che Mosca avrebbe intrapreso per danneggiarli dopo l’invasione dell’Ucraina.
Il Cremlino ha definito le accuse “ridicole”.
Negli ultimi mesi vari incidenti si sono verificati nell’area del mar Baltico.
In risposta a questi episodi, il mese scorso l’ex presidente finlandese Sauli Niinistö aveva chiesto l’istituzione di un servizio di cooperazione d’intelligence all’interno dell’Unione europea.