Il 15 dicembre il comitato di sostegno di Narges Mohammadi, premio Nobel per la pace, ha espresso preoccupazione per le sue condizioni di salute dopo l’arresto la settimana scorsa, definito “violento”. Mohammadi sarebbe “sofferente” e sarebbe stata portata due volte in ospedale.
L’attivista, 53 anni, era stata arrestata il 12 dicembre nella città di Mashhad, nel nordest del paese, dopo aver preso la parola durante una cerimonia in ricordo dell’avvocato Khosrow Alikordi, trovato morto all’inizio del mese.
Dopo l’arresto non si erano avute più notizie di Mohammadi fino a una breve telefonata con la famiglia la sera del 14 dicembre.
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Durante la conversazione Mohammadi aveva riferito di aver ricevuto durante l’arresto “violenti e ripetuti colpi di manganello alla testa e al collo”, ha affermato sul social network X il suo comitato di sostegno, aggiungendo che “le sue condizioni di salute non erano buone, ed era chiaramente sofferente”.
Mohammadi aveva anche raccontato di “essere stata portata due volte al pronto soccorso”, ha precisato il comitato.
Un gruppo di attivisti iraniani, di cui fanno parte i registi Jafar Panahi e Mohammad Rassoulof, ha chiesto il 15 dicembre “la scarcerazione immediata e incondizionata” della premio Nobel e delle altre persone arrestate.
Secondo il procuratore di Mashhad, Hassan Hemmatifar, durante la cerimonia sono state arrestate 38 persone, tra cui Mohammadi e un’altra nota attivista, Sepideh Gholian, che avevano incitato a gridare slogan “contrari alla legge”. Il fratello dell’avvocato Alikordi, Javad, era stato arrestato qualche ora dopo.
Alcune immagini della cerimonia mostrano Mohammadi che sale su un’automobile per rivolgersi alla folla, senza indossare il velo.
L’attivista, che era stata arrestata l’ultima volta nel novembre 2021 ed era rimasta in prigione fino al rilascio per problemi polmonari nel dicembre 2024, ha già trascorso molti anni dietro le sbarre, senza mai smettere di lottare per i diritti umani e di chiedere la liberazione dei prigionieri politici.
Durante la telefonata del 14 dicembre Mohammadi ha chiesto ai familiari di “sporgere immediatamente denuncia contro i servizi di sicurezza responsabili del suo arresto, citando le violenze subite”, ha riferito il comitato.