Che memorabile concerto è stato il gran rumore di sabato scorso. Cosa accadrà adesso? Mah. Le donne sicuramente continueranno a battersi, la loro è l’unica rivoluzione ancora potentemente in atto. Certo non meno potente è la reazione – violenta, assassina – ma la restaurazione no, quella finora si è rivelata impossibile. E noi uomini, giovani, maturi, vecchi? Per ora, forse, tutto ciò che abbiamo saputo fare è stato tenerci stretto il collaudatissimo canone della nostra mascolinità chiedendo, nel caso, perdono per gli inevitabili sgarri: è la natura – vedete – che ci ha voluti così, siamo nocivi e tuttavia innocenti. Oppure siamo andati per la via vecchia ma minoritaria della femminilizzazione: comprensione, cura, gentilezza, assimilazione delle ragioni delle nostre compagne e delle donne in generale, vocazione paladina. Salvo poi gettare la maschera e dare i numeri – orrendi numeri – quando una bella Angelica ci scarta per correre dietro a un qualsiasi Medoro o quando il nostro generoso femminilizzarci va a sbattere contro certa maschilizzazione femminile che, in quanto femminile, nei duelli non rispetta nemmeno le più elementari regole di base. Insomma le donne – mi pare – sono ben lontane dal poter contare su uomini che, dissolta la costruzione plurimillenaria del genere maschile, sono ormai a buon punto nella formazione di un maschio oltre il maschio.

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Questo articolo è uscito sul numero 1540 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati