11 maggio 2016 15:07

Il video dell’Afp


  • Motiur Rahman Nizami, 73 anni, il leader del principale partito islamista del Bangladesh, è stato impiccato nella notte del 10 maggio, dopo la conferma da parte della corte suprema di Dhaka della sua condanna a morte per crimini di guerra. Dal dicembre del 2013 è il quarto esponente di spicco di Jamaat-e-Islami a essere stato condannato per crimini di guerra. La sua esecuzione rischia di scatenare una nuova ondata di violenze.
  • Motiur Rahman Nizami è stato giudicato colpevole di omicidio, stupro, e pianificazione dell’omicidio di alcuni intellettuali durante la guerra di indipendenza dal Pakistan, tra il marzo e il dicembre del 1971, che si concluse con l’indipendenza del Bangladesh, a cui Nizami si opponeva.
  • Il Bangladesh, che all’epoca era il Pakistan orientale, sentendosi discriminato e marginalizzato, aveva deciso di separarsi dal resto del paese con l’appoggio dell’India, il nemico storico del Pakistan. Il conflitto fece tre milioni di morti, secondo le fonti ufficiali, da trecentomila a cinquecentomila, secondo fonti indipendenti.
  • Questi trascorsi spiegano perché il governo pachistano abbia condannato il verdetto della più alta corte del Bangladesh. Il 9 maggio l’alto commissario pachistano in Bangladesh è stato convocato dalle autorità di Dhaka.
  • Le autorità bangladesi hanno ingiunto al Pakistan di adottare “comportamenti responsabili” e di cessare una “campagna diffamatoria” contro il processo per crimini di guerra, un atteggiamento “inappropriato che equivale a un’interferenza diretta negli affari interni di uno stato sovrano, il che è totalmente inaccettabile”.
  • Le tensioni tra Dhaka e Islamabad appesantiscono il clima già molto teso che si respira nel paese. Nelle ultime cinque settimane sono stati assassinati due attivisti gay, un professore universitario, un ateo militante, un indù e un leader religioso sufi. Gli islamisti sono sospettati di essere i responsabili di tutti questi omicidi.
  • Tutti coloro che sono giudicati “blasfemi” dagli squadroni di vigilantes islamisti, diventano potenziali bersagli. Di fronte a questa violenza, il governo di Sheikh Hasina sembra impotente.
  • Per il New York Times è urgente che il governo bangladese metta fine a questa impunità, protegga le potenziali vittime e ripristini le libertà democratiche e lo stato di diritto. “In caso contrario, la discesa verso l’anarchia sarà sempre più rapida”, avverte il quotidiano statunitense.
  • In un editoriale dai toni allarmistici, The Hindu concorda, sostenendo che la battaglia per il futuro del Bangladesh si gioca ora. Il quotidiano indiano conclude: “Più a lungo il governo si terrà ai margini della lotta per la laicità, più potenti diventeranno le forze dell’estremismo”.

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