11 gennaio 2019 16:49

Gentile bibliopatologo,
non so se potrà dare conforto a questa mia strana malinconia di lettrice: da quando quindicenne lessi per la prima volta Thomas Mann e precipitai nell’ammirazione sconfinata per questo eccelso autore, non riesco più a guarire dalla morbosa attesa di incontrare un altro autore pari a lui. Ma questo non accade. Quindi la mia vita di lettrice è perennemente delusa.

– Alexandra Astrea

Cara Alexandra,
l’ideale accompagnamento musicale alla mia risposta è una canzone dei Beatles che si chiama Baby’s in black. Ti prego di ascoltarla in sottofondo, mentre leggi. Racconta di una ragazzina innamorata che veste sempre di nero, e che continua a struggersi e a sospirare anche se il suo amato non tornerà mai più. Potresti essere tu dopo che in età troppo tenera – pressappoco gli anni di Tonio Kröger – hai conosciuto il grande amore della tua vita. Strano come certe fortune si tramutino in condanne quando cadono nel tempo sbagliato, vero?

In un mondo ideale, quel che vale per gli amori dovrebbe valere per i libri: alle elementari, un tenero e casto amore per il primo della classe con il ciuffo biondo (Il piccolo principe); poi, arrivata la pubertà, le prime cotte per il poco di buono con cui la mamma ti proibisce di uscire (Bukowski), per il bel tenebroso che fa discorsi strani (Hesse), per lo sbandato che ti ispira la missione di rimetterlo in riga (Kerouac). Finalmente entri nell’età nubenda, ed è solo allora che dovresti fare gli incontri giusti. E invece il destino, che si diverte a sparigliare le carte, ti ha messa precocissimamente nei panni della vedova inconsolabile. Thomas, Thomas, quando troverò un altro uomo alla tua altezza reale?

Se il tuo fosse solo un capriccio adolescenziale – un whim, come cantano i Beatles – riaprirei l’antico armadietto dei rimedi d’amore per pescarne qualche consiglio di provata efficacia: vedrai, potrei dirti, presto conoscerai un altro scrittore che ti farà dimenticare quell’ammaliatore tedesco; si tratta solo di saper attendere, di avere pazienza, confidando nell’opera lenitiva del tempo, guaritore di tutti i mali; intanto, per distoglierti dall’ossessione d’amore, rinchiudi Giuseppe e i suoi fratelli, I Buddenbrook e gli altri in un baule e mandali al confino in una soffitta inaccessibile; non andare in nessun caso in vacanza in Versilia, se ti piace il mare, o sulle Alpi svizzere, se ti incanta la montagna; inutile dire che Venezia dovrà restare per un bel pezzo fuori dalle tue rotte.

Maree Searle, EyeEm/Getty Images

Ma dalla tua lettera al passato remoto deduco che la tua non è una cotta passeggera. E non è così irrealistico pensare che no, forse non incontrerai più nella vita uno scrittore che ti faccia innamorare come Thomas Mann. Che fare, allora? Anzitutto, l’ordinaria amministrazione della vedova devota: riordina le carte del caro estinto, coltiva la sua memoria, abita in mezzo alle sue cose. Ma puoi tentare qualcosa di più. Quando gli chiesero dei suoi gusti letterari, il grande J. Rodolfo Wilcock rispose così:

Tra i miei autori preferiti ci sono Robert Walser e Ronald Firbank, come pure tutti gli autori da loro preferiti, e tutti gli autori che, a loro volta, tali autori da loro preferiti preferivano.

Non pensi che potresti farne la tua bussola? Comincia a leggere gli autori che Thomas Mann ha più amato e ammirato, quelli su cui si è formato, quelli che si è scelto come esempi, quelli che gli hanno perfino insinuato un’ombra d’invidia. Metterai insieme un club letterario eccezionale e ipoteticamente inesauribile, un funeral party con invitati sempre nuovi dove potrai sentirti, in un modo o nell’altro, accanto alla buonanima di Thomas.

Tutto questo suona innocente perché parliamo di libri; ma in pratica ti sto consigliando di frequentare uno dopo l’altro tutti gli amici del tuo marito defunto. Fidati, possono nascerne incontri inaspettatamente vivaci, che ti spingeranno a spogliarti dell’abito nero e non solo di quello. Come diceva il titolo di un vecchio film: La vedova inconsolabile ringrazia quanti la consolarono.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it.

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