13 giugno 2019 16:27

Gentile bibliopatologo,

faccio continuamente liste. Liste di libri interessanti che dovrei comprare, liste di libri che vorrei rileggere, liste di autori su cui focalizzarmi suddivisi per nazionalità e periodi (gli esistenzialisti francesi, i classici russi, una campionatura degli americani), liste di libri da suggerire a mia figlia adolescente. Ho perfino una lista intitolata “da leggere prima di morire”.

-Alessandra P.

Cara Alessandra,

inerpicati su una scala fino allo scaffale più alto e comincia a compitare tra te e te, mormorando a fior di labbra, tutti i titoli dei libri che trovi. Hai un capogiro? Bene: soffri di vertigini. Tutto sta a determinare se il disturbo è dovuto all’altezza raggiunta o all’elencazione dei libri. Nel primo caso, scendi dalla scala e contatta il tuo medico; nel secondo, resta lì dove sei e controlla se tra i tuoi volumi c’è anche Vertigine della lista di Umberto Eco. Portalo giù scendendo lentamente (non si sa mai) e aprilo a pagina 371, capitolo ventesimo, “Scambi tra lista pratica e lista poetica”.

Le liste pratiche per eccellenza sono i cataloghi delle biblioteche, scrive Eco, eppure “il bibliofilo che tentasse di leggere tutti quei titoli e di mormorarli come una litania si troverebbe nella stessa situazione di Omero di fronte ai suoi guerrieri” – sarebbe cioè sopraffatto da un senso di infinito, di incommensurabile, di sublime dismisura. Del resto, le preghiere cantilenanti e le formule incantatorie, dal mantra al rosario, servono a disporre la mente in uno stato diverso dall’ordinario.

Neal Grundy, Getty Images

Il catalogo delle opere di Teofrasto compilato da Diogene Laerzio già alla decima riga ci fa barcollare; la lista dei libri trovati da Pantagruele nella biblioteca di San Vittore – Il Cul pelato delle vedove,Il Cappuccetto dei monaci,Il Pissipissi dei padri Celestini, e via così per decine di titoli – ci precipita in quell’altro stato di deliquio, potenzialmente letale, che è il riso convulsivo (leggenda vuole che uno dei più celebri morti di risate sia stato lo scozzese Thomas Urquhart, che tra le altre cose, guarda un po’ la coincidenza, è ricordato come il primo traduttore di Rabelais).

Ma il catalogo che fa più al caso tuo è quello immaginato da Italo Calvino nel primo capitolo di Se una notte d’inverno un viaggiatore. In libreria, superato il fitto sbarramento dei Libri Che Non Hai Letto, ecco venirti incontro molte altre categorie:

S’estendono per ettari ed ettari i Libri Che Puoi Fare A Meno Di Leggere, i Libri Fatti Per Altri Usi Che La Lettura, i Libri Già Letti Senza Nemmeno Bisogno D’Aprirli In Quanto Appartenenti Alla Categoria Del Già Letto Prima Ancora D’Essere Stato Scritto. E così superi la prima cinta dei baluardi e ti piomba addosso la fanteria dei Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I Giorni Che Hai Da Vivere Sono Quelli Che Sono. Con rapida mossa li scavalchi e ti porti in mezzo alle falangi dei Libri Che Hai Intenzione Di Leggere Ma Prima Ne Dovresti Leggere Degli Altri, dei Libri Troppo Cari Che Potresti Aspettare A Comprarli Quando Saranno Rivenduti A Metà Prezzo, dei Libri Idem Come Sopra Quando Verranno Ristampati Nei Tascabili, dei Libri Che Potresti Domandare A Qualcuno Se Te Li Presta, dei Libri Che Tutti Hanno Letto Dunque È Quasi Come Se Li Avessi Letti Anche Tu.

Ed è solo l’inizio, cara Alessandra: Calvino va avanti per altre pagine. Ti consiglio di creare, accanto alla tua sezione “da leggere prima di morire”, una lista dei Libri Che Contengono A Loro Volta Liste Di Libri, e in particolare dei Libri Che Elencano Altri Libri Che È Assolutamente Necessario Leggere Prima Di Morire. Una volta passata dalla lista alla meta-lista alla meta-meta-lista, sono certa che avrai grandiose apparizioni mistiche, e magari vedrai “legato con amore in un volume / ciò che per l’universo si squaderna”. Vertiginoso, vero? Certo, avrai sprecato metà della tua vita di lettrice a compilare liste, ma il passaggio all’altro mondo non ti coglierà impreparata.

Il bibliopatologo risponde è una rubrica di posta sulle perversioni culturali. Se volete sottoporre i vostri casi, scrivete a g.vitiello@internazionale.it

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