09 agosto 2021 12:29

Il 24 agosto 2016 si è verificato il primo di una serie di eventi sismici che hanno colpito l’Italia centrale fino all’inizio del 2017. Quel giorno la prima forte scossa di magnitudo 6 è avvenuta tra Accumoli, in provincia di Rieti, e Arquata del Tronto, in provincia di Ascoli Piceno. In quei mesi sono morte 303 persone, 383 sono rimaste ferite e circa 41mila hanno perso la casa.

Dall’agosto del 2016 il collettivo di fotografi TerraProject ha cominciato un progetto di documentazione dei luoghi colpiti dal terremoto, da Amatrice ad Accumoli, nel Lazio, fino ai comuni marchigiani. L’idea è nata grazie alla committenza del quotidiano la Repubblica che inizialmente ha chiesto a TerraProject di realizzare un servizio fotografico al mese, per un anno. L’obiettivo era di non fermarsi al racconto circoscritto dei momenti dopo il sisma ma di restare in quei luoghi e osservare la resistenza dei cittadini e la ricostruzione dei territori.

Per cinque anni Michele Borzoni, Simone Donati, Pietro Paolini e Rocco Rorandelli hanno seguito le storie delle persone attraverso il ritmo delle stagioni e il ritorno alla vita quotidiana. Non è la prima volta che il collettivo documenta le conseguenze dei terremoti in Italia: il Friuli, la Sicilia, L’Aquila, posti diversi ma di un unico paese che ogni volta sembra ripetere gli stessi errori.

Dal progetto è nata la mostra Di semi e di pietre. Viaggio nella rinascita di un territorio, allestita in spazi aperti dislocati tra Amatrice e Accumoli e curata da Giulia Ticozzi, in collaborazione con la regione Lazio e i comuni coinvolti. Il percorso, diviso in sette tappe, può essere visitato fino al 5 settembre.

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