◆ Un nuovo record assoluto di caldo è stato registrato all’interno del circolo polare artico, con 38 gradi Celsius nella regione russa della Siberia. La scienza è spesso complicata, ma il segnale che è ora di agire non potrebbe essere più chiaro, scrive il Guardian. Tamsin Edwards, docente di geografia fisica al King’s college di Londra, sostiene che questa ondata di caldo avrà l’effetto immediato di alimentare gli incendi. In Siberia le fiamme hanno già colpito ripetutamente le torbiere. Le condizioni meteorologiche dipendono dal sistema di circolazione delle correnti al polo nord. A volte questo sistema crea una situazione di grande stabilità, che favorisce le ondate di caldo. Probabilmente la crisi climatica renderà queste fasi più frequenti.
“L’ondata di caldo artica è la manifestazione più evidente della tendenza al riscaldamento globale”, scrive Edwards. Potrebbe sciogliere il permafrost e causare il rilascio di metano nell’atmosfera, aggravando la crisi climatica. Ma non bisogna neanche sovrastimarne gli effetti. Il permafrost e le zone umide potrebbero causare l’emissione di cento miliardi di tonnellate di anidride carbonica entro la fine del secolo. Non è poco, ma le attività umane provocano il rilascio di quaranta miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno. “L’ondata di caldo artica dimostra la complessità della crisi climatica”, scrive Edwards. “Sicuramente ogni forma di riscaldamento che evitiamo ci aiuterà a mantenere condizioni più accoglienti sul nostro pianeta”.
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Questo articolo è uscito sul numero 1365 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati