Il sospetto che il vaccino di AstraZeneca per il covid-19 possa causare gravi forme di trombosi, anche se molto rare, ha spinto i Paesi Bassi e la Germania a sospendere la somministrazione alle persone che hanno meno di 60 anni, e la Francia ha fatto lo stesso, abbassando il limite a 55 anni. Anche l’Italia sta valutando se limitare la somministrazione per precauzione. Per ora il nesso tra vaccino e decessi per trombosi è solo temporale. Dimostrare una relazione di causa ed effetto, scrive Nature, non è semplice né immediato. I ricercatori devono valutare se il tasso di eventi avversi tra i vaccinati è più alto rispetto alla norma e poi individuare il meccanismo che causa la reazione. I vaccini per il covid-19 sono stati testati su migliaia di persone prima di essere autorizzati, ma neanche i più approfonditi studi clinici possono rilevare effetti collaterali così rari da verificarsi in meno di una persona su diecimila. Solo ora che centinaia di milioni di persone sono state vaccinate è statisticamente possibile rilevare gli eventi molto rari, come reazioni allergiche o coaguli di sangue. La sfida è capire quali di questi eventi sono effettivamente collegati al vaccino e poi individuare le categorie più a rischio. Le varie agenzie del farmaco sono dotate di sistemi di vigilanza per monitorare cosa succede dopo la vaccinazione. Per rafforzare la sorveglianza bisognerebbe raccogliere direttamente i dati dalle cartelle cliniche elettroniche dei vaccinati e calcolare la frequenza degli eventi avversi prima e dopo il vaccino. Inoltre, conclude il settimanale britannico, una rete internazionale di sistemi di sorveglianza permetterebbe di condividere molti più dati e di trovare più rapidamente le prove di un rapporto di causa ed effetto.
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Questo articolo è uscito sul numero 1404 di Internazionale, a pagina 91. Compra questo numero | Abbonati