Dappertutto si sente ripetere che l’indie rock è morto, ma non è vero. In realtà si è rintanato in Norvegia. E chi dice che in fondo è la stessa cosa, evidentemente non è mai stato a un concerto dei Motorpsycho. Eppure ne avrebbe avuto l’occasione prima della pandemia, visto che la band norvegese è in pista dal 1989 e da allora ha portato la sua musica in giro per tutto il mondo. Comunque adesso si può rimediare ascoltando il loro ventiquattresimo album, Kingdom of oblivion. Basta sprofondare, per esempio, nella rabbia di The united debased oppure in The waning, pt. 1 & 2, che per metà poggia su un riff mostruoso e per l’altra su un coretto elegiaco e psichedelico. Questo è in fondo il mistero della musica dei Motorpsycho. Sono dei Led Zeppelin per adulti che però tirano fuori anche del krautrock. È inspiegabile come restino ancora la meno famosa delle rock band più significative degli ultimi trent’anni. Jens-Christian Rabe, Süddeutsche Zeitung
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it
Questo articolo è uscito sul numero 1406 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati