Il nuovo bell’album dei canadesi Bell Orchestre è un evento musicale, un happening così meraviglioso che è difficile da descrivere o da recensire. Si tratta di dieci movimenti di post rock strumentale, ondulatorio e infuso di folk. Archi, fiati e percussioni jazz dominano la scena ma sono l’atmosfera e il flow che la band riesce a creare a essere stupefacenti. Certo, di mezzo ci sono due componenti degli Arcade Fire e a volte la magniloquenza di quella band viene fuori. I momenti che più attirano l’attenzione dell’ascoltatore sono quelli che ricordano William Ryan Fritch o Brian Eno, ma l’insieme è concertato come un’unica grande sinfonia. Dunque mettetevi comodi, preferibilmente con delle buone cuffie, e godetevi uno dei migliori album dell’anno. Almeno fino a ora.
Haydon Spenceley,
Under the Radar

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati