Registrati tra il 1964 e il 1975, i 16 cd di questo cofanetto sono una bella iniziativa pedagogica, perché raggruppano titoli fondamentali del repertorio accompagnandoli con esercizi che escono di rado dalla cameretta dello studente di pianoforte. Christoph Eschenbach presta il suo occhio da architetto e il suo dominio strumentale anche ai pezzi più umili, rendendo accessibili alle orecchie più giovani le partiture di Beyer, Burg­müller e Czerny senza rinunciare mai alla profondità musicale. La pulizia dell’esecuzione rasenta la secchezza, ma è sempre al servizio delle narrazioni più eloquenti dell’epoca classica. Il vertice è senza dubbio nelle Romances sans paroles di Felix Mendelssohn, pagine che Eschenbach esamina con minuziosa precisione conservandone l’espressività. È una bella lezione, sotto l’ala protettrice di un grande artista.

Melissa Khong, Classica

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Questo articolo è uscito sul numero 1407 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati