Samia, giovane e incinta, cerca disperatamente lavoro e un posto per dormire. Abla, che abita dietro la sua piccola pasticceria, nella medina di Casablanca, inizialmente la manda via. È una vedova scontrosa, madre della piccola Warda, non vuole guai e non ci pensa proprio ad accogliere una ragazza madre. Poi però finirà per offrirle un letto e per accettare il suo aiuto in pasticceria. Insieme a Samia, la musica e la vita rientrano nella casa di Abla. Con questa ode alla sensualità e alla complicità femminile, nascita e rinascita in un gineceo, la regista ci fa capire che crede in un movimento che possa cambiare davvero le cose anche nella società patriarcale marocchina. La sua speranza nel film è incarnata da una bambina meravigliosamente vivace che fa da tramite tra le due donne e le costringe a guardare avanti. Con Adam e il suo modo diretto e sincero di affrontare temi sociali, Maryam Touzani celebra tutte le donne di Casablanca. Guillemette Odicino, Télérama
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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati