Il romanzo di Benjamin Myers è una storia inaspettatamente toccante di un’amicizia che vince le barriere di età, classe e genere. Ambientato nel corso di un’estate all’indomani della seconda guerra mondiale, il libro segue il sedicenne Robert Appleyard mentre lascia il suo villaggio di minatori di Durham per cercare un lavoro qualunque, purché non abbia nulla a che fare con l’estrazione del carbone. Raggiungendo la costa orientale incontra Dulcie Piper, una donna che ha tre volte la sua età e che vive da sola in un cottage. I due formano una relazione improbabile ma simbiotica, in cui lui fa giardinaggio mentre lei fornisce cibo, riparo e sostentamento intellettuale. Dulcie è un’esteta che mangia aragoste e beve molto, con un pastore tedesco di nome Butler. Oltre a dargli da mangiare, Dulcie incoraggia Robert a frequentare l’università e lo introduce alla poesia, “il modo dell’umanità di dire che non siamo completamente soli”. Così facendo, rivela di essere stata un tempo l’amante di Romy Landau, un poeta tedesco. Quando Robert scopre un manoscritto dell’ultima raccolta inedita di Romy, offre a Dulcie un messaggio dall’oltretomba. Narrato in retrospettiva da Robert, che alla fine diventa lo scrittore che Dulcie voleva che fosse, il libro è il ritratto sensibile di un uomo emotivamente maturo che guarda indietro a una singola estate che gli ha cambiato la vita. Jude Cook, The Guardian
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Questo articolo è uscito sul numero 1412 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati