Nana Abe ha 12 anni. Da quando ne ha 8 pratica il sumo e non ha mai perso una gara. Il suo sogno è diventare lottatrice professionista e poi campionessa mondiale. In Giappone però le donne possono competere solo a livello amatoriale. Per questo il sumo, anche se è lo sport nazionale, non è inserito tra i giochi olimpici.

“Nonostante il divieto di praticarlo a livello professionale, ci sono tante giovani appassionate di sumo in Giappone. Si allenano a scuola, all’università o nei circoli sportivi”, dice la fotografa Yulia Skogoreva, che dal 2019 segue la storia di Nana. Per il suo progetto ancora in corso, Salt and tears, Skogoreva ha viaggiato tra Tokyo, Kyoto, Osaka e Niigata, per raccontare come l’uguaglianza di genere nel sumo non sia stata ancora raggiunta. “Quando ho incontrato Nana ho deciso di dedicare una parte del mio lavoro alla sua storia di giovane lottatrice molto determinata sul ring e nella vita privata”.

Skogoreva ha conosciuto Nana durante una competizione a Niigata nel novembre 2019. Intorno a lei c’erano tante persone che facevano il tifo. “In molte famiglie giapponesi il sumo femminile è un tabù e alcune ragazze preferiscono tenere nascosto ai propri genitori che si allenano”, spiega la fotografa. “Invece la famiglia di Nana ha sempre sostenuto la sua passione e il suo sogno”.

Nana è tra le poche lottatrici di sumo a Niigata. È stata scoperta dal suo allenatore nel 2016

Così, dopo due mesi dal loro primo incontro, Skogoreva è tornata a Niigata per documentare la vita quotidiana di Nana e la sua dedizione a questo sport: “In Giappone non è così comune invitare estranei nella propria casa, invece la famiglia di Nana mi ha subito accolto con grande entusiasmo e mi ha fatto sentire a mio agio”. Skogoreva racconta che quando parla del suo progetto in Giappone molte persone, soprattutto gli uomini, non la prendono seriamente e scherzano sulle ragazze che fanno sumo: “La nostra società è ancora piena di pregiudizi. Molti giapponesi non sanno nemmeno che esiste il sumo femminile. Spero che questo progetto possa essere un piccolo passo per incoraggiare i padri e gli altri uomini a essere più inclusivi”. ◆

Nana, in primo piano, con la sorella Sakura, il padre Abe e la sua amica e compagna di sumo Yuito
Nana e il suo cane Kotaro
Esercizi di riscaldamento
Nana con la sua amica Yuito.
Nana e i suoi compagni di sumo alla fine di un allenamento.
Ogni giorno per allenarsi, Nana deve spostare uno pneumatico da 100 chili.
Nana e sua sorella durante un incontro.
Merenda in famiglia.

Yulia Skogoreva è una fotografa russa che da dieci anni vive a Tokyo, in Giappone.

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Questo articolo è uscito sul numero 1428 di Internazionale, a pagina 72. Compra questo numero | Abbonati