Yara Nardi, Reuters/Contrasto

“L’arresto del presidente Carles Puigdemont ad Alghero (nella foto) dimostra che lo stato spagnolo non ha intenzione di fermare la repressione dell’indipendentismo ed è pronto a usare tutti i mezzi possibili. E chiude anche la tregua giudiziaria e politica che si era aperta nei mesi scorsi. Quanto al tavolo di dialogo tra indipendentisti catalani e governo spagnolo, avviato di recente, è chiaro che gli ultimi sviluppi complicheranno parecchio le cose per chi sostiene l’opportunità di negoziare con uno stato che ha dimostrato di non avere limiti. Se in alcuni ambienti indipendentisti c’erano dubbi, i fatti di Alghero li hanno rafforzati”. Così il quotidiano catalano El Punt Avui commenta l’arresto ad Alghero, il 24 settembre, dell’ex presidente del governo autonomo della Catalogna Carles Puigdemont, ricercato da Madrid per il suo ruolo nel tentativo di secessione del 2017. Puigdemont è rimasto in carcere per ventiquattr’ore, e il 27 settembre è tornato a Bruxelles per un impegno al parlamento europeo, di cui è deputato. Il 4 ottobre è di nuovo atteso in Sardegna per l’udienza sulla richiesta di estradizione presentata dalla Spagna.

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Questo articolo è uscito sul numero 1429 di Internazionale, a pagina 22. Compra questo numero | Abbonati