Il gruppo futurista tropicale Combo Chimbita, formato a New York da un gruppo di musicisti di origine colombiana, continua a tessere una narrazione sonora non coloniale attraverso il suo ultimo singolo, Babalawo. Si tratta della quarta canzone di una serie che fonde lo stile della band, da loro definito “cumbia-not-cumbia”, con elementi visivi e testuali che fanno riferimento all’antica cultura yoruba, tipica dell’Africa occidentale ma in seguito, con la tratta degli schiavi, arrivata anche nelle Americhe. Il video del brano evoca il mito della caverna di Platone, mentre l’artista queer di Puerto Rico Edrimael Delgado Reyes invita a liberarci dalle convenzioni sociali attraverso la danza. La band ha suonato per la prima volta Babalawo insieme allo storico collettivo jazz Sun Ra Arkestra. “Il pezzo ha alcuni accenni di trap, un po’ di rock, ma è influenzato anche dalla musica e dai suoni haitiani”, ha dichiarato il chitarrista della band, Niño Lento. “Anche i testi della nostra cantante, Carolina Oliveras, sono importanti poiché descrivono alcuni dei nostri primi incontri con la santeria cubana. Questi momenti intimi e spirituali sono fondamentali”. Parlando del video, Niño Lento aggiunge: “Edrimael usa il suo corpo come un luogo di resistenza e di costruzione della comunità, aprendo la strada a molte persone trans e queer che invocano il rifiuto della violenza coloniale e patriarcale contro l’isola”. Raul Alonzo Jr., Sounds and Colours

Combo Chimbita (Oscar Diaz)

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Questo articolo è uscito sul numero 1434 di Internazionale, a pagina 94. Compra questo numero | Abbonati