È stata la mano di Dio ci porta a Napoli, nel 1984, quando l’arrivo di Maradona è atteso come l’avvento del Messia. L’adolescente Fabietto (Filippo Scotti) si divide tra due ossessioni: il Napoli e le forme della zia Patrizia (Luisa Ranieri). Il resto della famiglia non è meno interessante, a partire dai genitori, interpretati dai superbi Teresa Saponangelo e Toni Servillo (a cui la rivelazione Scotti tiene testa). Il romanzo di formazione cinematografico del giovane Fabietto procede tra piccoli drammi tipici della crescita, finché la vita (anzi la morte) non interviene a sconvolgere ogni cosa e a spingere Fabietto verso il futuro. Anche per Paolo Sorrentino questo film sembra inaugurare un nuovo capitolo: un regista che si confronta con un trauma del passato per guardare avanti. Con nuove note stilistiche. E Maradona? Pietra miliare per i sognatori, ha messo in moto il viaggio artistico di Sorrentino, che culmina in uno splendido affresco di quella festa colorata e crudele che è la vita.

Raphael Abraham, Financial Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1437 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati