C’è una specie di maledizione sui terzi capitoli delle serie di Spider-Man. Quello con Tobey Maguire era brutto, quello con Andrew Garfield è stato cancellato e questo è arrivato in forte ritardo, causa covid. Ma l’uomo ragno di Tom Holland aveva un’altra missione, cioè cancellare le brutte impressioni (almeno al box office) lasciate dagli Eternals. Il viaggio in Europa di Peter Parker si è concluso con la rivelazione al mondo intero dello stesso Peter sulla sua doppia identità. La sua vita e quella dei suoi amici diventa un inferno. Così Peter chiede al Doctor Strange di portarlo in una dimensione in cui nessuno conosce la sua identità. Qualcosa va storto, gli universi cominciano ad aprirsi e Parker dovrà affrontare una serie di cattivissimi volti noti. L’obiettivo del film era di portare Spider-Man dal suo quartiere fino al centro dell’universo Marvel. Compito non facile per Jon Watts, che però si destreggia abbastanza bene e il risultato è solido.

Benjamin Lee, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1440 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati