Gottlieb Elsheimer, un professore con una formazione umanistica, non si arrischia a usare la parola miracolo, anche se un evento soprannaturale forma inequivocabilmente il nucleo della storia. Quando lo studioso del romanticismo partecipa a un congresso sulla Divina Commedia a Roma, nella Pentecoste del 2013, accade l’incredibile: le lezioni si trasformano in una frenesia orgiastica, le finestre si aprono e i trentasei partecipanti fluttuano nel nulla. Astratto, fantastico, epifanico! Rimane solo Elsheimer, alla cui crisi d’identità il lettore può ora partecipare attraverso un monologo interiore. Il miracolo di Pentecoste dà il suo meglio nella sua lucida interpretazione di Dante. Con ironia e serietà, Sibylle Lewitscharoff fa discutere un bizzarro gruppo di studiosi su ciò che questa grande opera può dirci ancora oggi. Ed Elsheimer assume il ruolo di un moderno evangelista che porta un messaggio di redenzione letteraria. Un libro pieno di eleganza, bellezza e di umorismo, che piomba sulla letteratura contemporanea come una cometa da una lontana nube stellare.

Björn Hayer, Der Spiegel

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Questo articolo è uscito sul numero 1443 di Internazionale, a pagina 82. Compra questo numero | Abbonati