Alena Mornštajnová è una scrittrice molto popolare in Repubblica Ceca e anche il suo ultimo romanzo, Listopád, è rapidamente diventato un best seller. Come in altri suoi libri Mornštajnová filtra grandi eventi storici attraverso le vicende di persone comuni. Questa volta però gli avvenimenti storici non sono accaduti, ma immaginati dall’autrice. Mornštajnová parte infatti dal presupposto che la rivoluzione di velluto che nel 1989 portò alla dissoluzione della Cecoslovacchia non sia mai successa. Il racconto si sviluppa attraverso due figure femminili. L’infermiera Maria non è una rivoluzionaria, eppure finisce in prigione dopo aver partecipato a una manifestazione, sulle ali dell’entusiasmo per la caduta di un regime che non è mai avvenuta. Conosciamo la sua storia dal punto di vista della figlia Magdalena, cresciuta in un’istituzione dov’è indottrinata per diventare una comunista perfetta. Listopád alla fine sembra suonare come un monito a non dare mai per scontata la nostra libertà.
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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati