L’intelligence danese è finita nuovamente al centro delle polemiche per l’arresto del capo dei servizi segreti militari (Fe) Lars Findsen, avvenuto l’8 dicembre. La notizia è stata diffusa dopo che il tribunale di Copenaghen ha tolto il segreto su richiesta dello stesso imputato. Findsen è accusato di aver rivelato segreti di stato e rischia fino a dodici anni di carcere. Il processo si svolge nel più assoluto riserbo, ma pare che il caso sia legato allo scandalo che ha investito l’Fe nel 2021, quando è emerso che aveva aiutato la National security agency statunitense a spiare alcuni politici europei: i servizi segreti civili (Pet) sospetterebbero che sia Findsen l’autore delle rivelazioni. Pochi giorni dopo l’ex ministro della difesa Claus Hjort Frederiksen ha dichiarato di essere accusato dello stesso reato. “O lo stato sta cercando di distruggere i suoi stessi servizi segreti, oppure il capo dell’intelligence ha messo in pericolo la sicurezza nazionale”, commenta Politiken. “Entrambe le ipotesi sono ugualmente preoccupanti”. ◆

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Questo articolo è uscito sul numero 1444 di Internazionale, a pagina 26. Compra questo numero | Abbonati