Xavier Lorenzo, Getty Images

“Negli Stati Uniti la libertà d’espressione è in pericolo”, ha scritto il New York Times in un editoriale che ha aperto un acceso dibattito. Secondo il giornale, lo scontro sempre più aspro tra destra e sinistra sulla cancel culture (il boicottaggio per escludere dal dibattito pubblico chi promuove idee e comportamenti discriminatori) ha creato una dinamica pericolosa. “Molti progressisti dicono che la cancel culture non esiste e che è solo una copertura per promuovere odio e bigottismo: molti conservatori hanno sostenuto forme di censura ancora più estreme in risposta ai rapidi cambiamenti sociali. Il risultato è che molti statunitensi sono confusi su quello che si può o non si può dire”. Secondo un sondaggio del New York Times e del Siena College, solo il 34 per cento degli statunitensi dice di credere che tutti abbiano piena libertà d’espressione. Inoltre il 46 per cento dice di sentirsi meno libero di parlare di politica rispetto a dieci anni fa. Secondo Will Bunch, opinionista del Philadelphia Inquirer, il New York Times ingigantisce il tema della cancel culture e minimizza i pericoli creati dalla destra. “I casi di persone ‘cancellate’ sono duecento in quarant’anni. Tra il 2021 e il 2022 i repubblicani hanno presentato 175 leggi che vietano agli insegnanti di affrontare con gli studenti argomenti controversi sul razzismo e il genere” .

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1453 di Internazionale, a pagina 34. Compra questo numero | Abbonati