Fino a poche settimane fa raccontavano di sentirsi intrappolati tra l’eredità sovietica, che ha segnato la vita dei loro genitori, e il desiderio di essere liberi e di cambiare il paese: studenti, artisti, lavoratori e lavoratrici stavano cercando di ridefinire il profilo dell’Ucraina, per liberarsi sia della corruzione del mondo politico sia del minaccioso vicino russo.

Poco prima dell’invasione, i fotografi Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni sono andati in Ucraina, dove avevano già lavorato a lungo, e hanno incontrato decine di ragazze e ragazzi di Kiev, appartenenti a diversi contesti sociali. Li hanno accompagnati ai concerti e nelle gallerie d’arte, e li hanno seguiti nell’intimità delle loro case. Volevano raccontare i loro sogni.

Un murale nel centro di Kiev dell’artista australiano Guido van Helten che raffigura Lesja Ukrainka, una poeta ucraina vissuta tra la fine dell’ottocento e l’inizio del novecento

Già in quei giorni tutti esprimevano un grande senso di appartenenza e si dicevano pronti a combattere per difendere la loro indipendenza culturale, politica ed economica.

Una coppia durante un concerto al club Otel di Kiev, il 12 febbraio 2022

Nelle ultime settimane Caimi e Piccinni sono rimasti in contatto con quasi tutte le persone che avevano incontrato soprattutto attraverso Telegram, che è il social network più popolare in Ucraina. Hanno ricevuto molti loro messaggi. A volte, però, hanno aspettato una risposta per giorni. Spesso i ragazzi conservavano “la batteria del telefono per tenersi in contatto con la famiglia e poter fare altre cose importanti in caso di blackout”, spiegano i fotografi.

Nafania, 28 anni, batterista della band hardcore-punk Death Pill. Ha un figlio di otto anni e suona con diverse band dell’ambiente underground di Kiev. Lavora anche come montatrice cinematografica.

Al 15 marzo stavano tutti bene. Alcuni a Kiev, altri erano riusciti a fuggire in campagna, o in altre città, magari da parenti. Qualcuno era uscito dall’Ucraina. ◆

Jean-Marc Caimi e Valentina Piccinni sono due fotografi che lavorano insieme dal 2013 su temi di attualità.

Mikita, 24 anni, di Chabarovsk, in Russia. Studia storia e archeologia alla Kyiv-Mohyla academy, l’università più prestigiosa del paese. “Ogni ragazzo che partecipa alla guerra è figlio di qualcuno. Se va in prima linea, potrebbe non tornare più. è difficile per gli ucraini accettarlo”, diceva Mikita già prima dell’invasione. “La sfida dei giovani ucraini è costruire un futuro nel loro paese. Spesso sono costretti ad andare in Europa per lavorare e realizzarsi”. A metà marzo, nei messaggi con i fotografi, Mikita si diceva molto preoccupato, perché la sua famiglia era in Russia e lui in Ucraina. Si trovava a Kiev, nel rifugio antiaereo dell’università
Nataša, 25 anni, suona il basso nella band hardcore-punk Death Pill. È polistrumentista e lavora come fonico in uno studio di produzione sonora per film, serie tv, videogiochi e cartoni animati. Vive a Kiev da otto anni. È nata a Zaporižžja, nel sud dell’Ucraina
Peter durante un concerto del gruppo metal sludge Vidmershiy Shmat, in cui suona il basso, all’Otel, un locale di Kiev
Marija Lanko, 35 anni, è una curatrice d’arte e proprietaria di Naked Room, una delle gallerie d’arte più famose di Kiev. È responsabile del padiglione ucraino alla Biennale di Venezia e quando è iniziata la guerra è fuggita da Kiev, caricando nella sua macchina la maggior parte delle opere d’arte da esporre nel padiglione ucraino
Dmitrij Koloah, un produttore di musica elettronica, vicino al suo studio nel centro di Kiev. Compone per la tv, il cinema e il teatro. È fuggito da Kiev il 25 febbraio, subito dopo l’invasione russa. Ora si trova nella campagna tra Kiev e Leopoli, a 130 chilometri dal confine polacco. Le uniche cose che ha potuto portare con sé sono il ​​suo gatto e il computer portatile. Da poco ha ripreso a comporre qualcosa. Ha scritto: “Ehi ragazzi! Come state? Pubblicherò una traccia che abbiamo realizzato insieme a Tucha sui nostri guerrieri”

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Questo articolo è uscito sul numero 1457 di Internazionale, a pagina 68. Compra questo numero | Abbonati