Finora i progetti paralleli dei Radiohead avevano sempre avuto uno scopo chiaro: Thom Yorke assecondava la sua fissazione per l’elettronica, Jonny Greenwood componeva colonne sonore, Ed O’Brien e Philip Selway provavano la strada del cantautorato. Gli Smile, l’ultimo progetto di Yorke e Greenwood insieme al batterista dei Sons of Kemet Tom Skinner, non hanno una ragione così ovvia per esistere. A light for attracting attention infatti suona molto simile a un ipotetico decimo album della band di Oxford. Tutti gli elementi familiari dei Radiohead sono presenti: The same e Waving a white flag sono cariche di sintetizzatori alla Kid A, We don’t know what tomorrow brings è un electro-rock stridulo che potrebbe essere apparso in Hail to the thief, You will never work in television again ricorda i momenti più sgangherati dei primi anni della band e Free in the knowledge è una ballata acustica orchestrale sulla scia di A moon shaped pool. Thom Yorke, come ha fatto spesso negli ultimi anni, canta soprattutto in falsetto, inseguendo melodie più simili a delle tessiture che a veri ritornelli. A light for attracting attention, prodotto dal fidato Nigel Godrich, suona troppo familiare per essere rivelatore, ma sei anni dopo A moon shaped pool — la pausa più lunga in assoluto dopo un album dei Radiohead — è un piacere riassaporare il talento di Yorke e Greenwood.

Alex Hudson,
Exclaim

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Questo articolo è uscito sul numero 1460 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati