“Sicuro che sia l’amore a tenerci vivi?”. Questa domanda contenuta in Too in love to die rappresenta la sostanza del terzo album della cantautrice australiana Julia Jacklin, che in questi anni si è fatta conoscere per la capacità di essere diretta, con testi in grado di trafiggere i cuori più duri. Rispetto ai lavori precedenti, Jacklin torna sempre sui sentimenti complessi, sull’amore e le relazioni, ma stavolta con meno rabbia. Pre pleasure è stato registrato in un periodo breve a Montréal, con il coproduttore Marcus Paquin e i musicisti canadesi con cui suona dal vivo (tra cui alcuni dei Weather Station). Il disco è nato nel suo appartamento, su una tastiera Roland, ampliando così il suono oltre le chitarre a cui eravamo abituati. In ogni canzone c’è una lotta per trovare quello che è puro e per cercare una mano invisibile a cui aggrapparsi per lasciarsi andare. Jacklin pensa a tutte le volte in cui ci viene detto di non lasciarci andare e, in particolare in Ignore tenderness, ai compromessi che le donne devono accettare per avere un po’ di tenerezza, mentre gli splendidi arrangiamenti per chitarra di Owen Pallett creano quel calore che fa volare il brano verso una chiusura più ottimista. L’amore, quindi, non è perfetto. È incasinato, incerto e momentaneo ma dà significato alle nostre vite. In Pre pleasure Jacklin ha saputo guardare ai rapporti da tutte le angolazioni e ha le parole giuste, che siano sussurrate o urlate, per renderci partecipi delle sue riflessioni.
Trev Elkin, God Is In The Tv

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1476 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati