Questo disco è una cannonata. Pedro I (1798-1834) fu il primo imperatore della storia del Brasile e gli piaceva anche fare il compositore. Il suo stile era puramente italiano, come Rossini, e il fatto che i due lavori più importanti del disco sono (teoricamente) musica sacra non fa nessuna differenza: in realtà sono pura opera buffa. Se pensate che lo stile delle messe di Haydn e Mozart le renda inadatte all’uso liturgico, non avete ancora sentito niente. Pedro non aveva nessun interesse nel contrappunto: voleva solo le melodie, e ogni tanto gliene venivano di belle. Sia il Credo sia il Te deum sono divisi in arie e cori, con temi ricorrenti e un’orchestra con semplici ritmi di danza. La breve Ouverture sembra una parodia dell’opera italiana dell’epoca, mentre l’Hino da independência do Brasil è esattamente come ve l’aspettate. Il soprano Carla Cottini ha molte parti solistiche e se la cava benissimo. Il coro è perfetto e la Minas Gerais philharmonic orchestra diretta da Fabio Mechetti ne esce con onore. Attenzione, non dico che qui ci sia grande musica. Però è divertente e getta la luce su un angolo del mondo del quale molti di noi non sanno quasi niente. È bello sentire cosa si può fare con questi testi immortali se non ci si pongono limiti di gusto.
David Hurwitz, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1481 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati