The only woman (L’unica donna) è il titolo del libro curato dalla documentarista statunitense Immy Humes e pubblicato dalla casa editrice Phaidon. Per anni Humes ha cercato negli archivi fotografici ritratti di gruppo con un particolare in comune: la presenza di un’unica donna in mezzo a tanti uomini. Ripercorrendo quasi centocinquant’anni di storia, dal 1862 al 2020, ha selezionato cento immagini, scattate in venti paesi, in cui compaiono atlete, scrittrici, musiciste, pittrici, cuoche e politiche. Ognuna racconta una storia diversa sulla lenta integrazione delle donne nella società. E insieme mostrano varie forme di patriarcato e momenti di una grande e graduale marcia verso la parità di genere.

“In questo libro si scoprono i modi diversi in cui una donna è stata l’unica in un certo contesto”, spiega Humes. Per esempio ci sono Shirley Chisholm, la prima nera a essere stata eletta nel congresso degli Stati Uniti, e Valentina Tereškova, la prima donna ad andare nello spazio. Poi ci sono le pioniere nel loro lavoro, come la scienziata Marie Curie, la prima donna a ricevere un premio Nobel. Altre storie raccontate nel libro riguardano donne usate come mascotte o che hanno svolto mestieri considerati femminili, come la capocuoca nera dell’esercito statunitense durante la guerra civile, conosciuta come Mrs. Fairfax.

Humes ha cominciato questo lavoro chiedendosi perché quelle donne erano state incluse nelle foto, com’erano viste dagli uomini che posavano con loro, ma soprattutto come si sentivano in una posizione marginale. Grazie alle sue ricerche è riuscita a identificare otto donne rimaste anonime per anni. È il caso di Stella Levy, la ragazza che posa nell’iconica foto del 1965 con i poeti della beat generation davanti alla libreria City lights di San Francisco, in California. Altre undici, invece, restano ancora senza nome. ◆ adr
(Tutte le foto per gentile concessione di Phaidon)

Stella Levy, assistente editoriale della libreria e casa editrice City lights Book-store, San Francisco, California, Stati Uniti, dicembre 1965. Vicino a Levy, il poeta ed editore Lawrence Ferlinghetti (con il cappuccio). La libreria era famosa soprattutto perché pubblicava le opere degli autori della beat generation, tra cui quelle di Allen Ginsberg (nella foto, al centro con la barba). “Ho conosciuto Ginsberg quando sono andata a vivere a San Francisco”, racconta Levy. “Cercavo un lavoro e lui sapeva che alla libreria non c’erano donne, così mi fece assumere. Ma non piacevo agli uomini che ci lavoravano, così fui presto licenziata. Fu Ferlinghetti a riassumermi e diventai un’assistente editoriale. Non è stato sempre facile, ma questo lavoro ha reso la mia vita più divertente”. (Getty /San Francisco Chronicle/Hearst newspapers)
Hedda Sterne, artista, New York, Stati Uniti, 1951. “Il gruppo di artisti nella foto, tra cui Jackson Pollock, Mark Rothko (seduto in prima fila, a destra) e Willem de Kooning (ultima fila, a sinistra), protestavano contro gli atteggiamenti considerati retrogradi del Metropolitan museum of art nei confronti dell’astrattismo. La loro battaglia era una notizia da prima pagina: una rivoluzione nella percezione e nel significato dell’arte moderna. Quegli uomini cercavano di sembrare rispettabili, come dei ‘banchieri’”, spiega Immy Humes. “Quando siamo arrivati”, ricorda Hedda Sterne, “ogni sedia aveva un nome sopra, ma il mio non c’era. Così mi hanno trovato qualcosa su cui stare in piedi e mi hanno fatto mettere in fondo. Erano tutti furiosi perché erano abbastanza maschilisti da pensare che la presenza di una donna rendesse la foto meno ‘seria’”. (Nina Leen, The life picture collection)
Shirley Chisholm, politica, New York, Stati Uniti, 1972. È stata la prima nera eletta al congresso statunitense. La foto la ritrae durante le riprese del programma televisivo Meet the press della rete Nbc, a cui partecipò dopo essersi candidata alle presidenziali per il partito democratico.
Da sapere
Il libro

Immy Humes è una regista di documentari nata a New York, negli Stati Uniti. Il libro The only woman è stato pubblicato nell’agosto 2022 dalla casa editrice Phaidon.


Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1483 di Internazionale, a pagina 70. Compra questo numero | Abbonati