“Tante persone entrano e dicono: ‘Ci siamo appena trasferiti qui’. Abbiamo una piattaforma musicale che collega gli abitanti direttamente alla scena locale”, racconta Anna M Zook, bibliotecaria alla Phillips memorial public library di Eau Claire, in Wisconsin, negli Stati Uniti. ­Zook si riferisce ai Sawdust City sounds, una piattaforma di streaming gestita dalla biblioteca che dà spazio ad artisti della contea di Eau Claire: cantanti folk, gruppi rock, dj e rapper hanno chiesto di far parte della collezione, che è curata da bibliotecari e musicisti locali. Un progetto alternativo alla logica di Spotify. Decine di biblioteche negli Stati Uniti e in Canada hanno chiesto alla startup Rabble di aiutarle a creare esperienze simili. Le piattaforme sono state allestite in città note per la loro scena musicale come Nashville, Austin, Seattle e New Orleans, ma anche in posti meno idealizzati come Fort Worth, in Texas. Rabble si sta facendo conoscere sempre di più, perché Spotify, che offre agli artisti solo 0,0033 dollari per streaming, ha ricevuto molte critiche per il suo modello di pagamento. Nelle biblioteche che usano il software di Rabble gli artisti all’inizio ricevevano un onorario una tantum di 200 dollari, ma poi è stato portato a 250. E Preston Austin, cofondatore di Rabble, prevede che i compensi saliranno. “Molti artisti considerano quei duecento dollari il più grande assegno che riceveranno mai per i diritti sui propri brani”, dice Austin. Alaina Demopoulos, The Guardian

Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it

Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati