Se l’atonalità delle ultime composizioni per piano di Ernst Křenek (1900-1991) vi sembra troppo spinosa, qui potete scoprire che le sue opere più giovanili sono tonali e poco spinose. Ricordano i pezzi più brevi di Max Reger o a Korngold. Per esempio, il rondo finale della prima sonata, armonicamente irrequieto, si potrebbe scambiare per la trascrizione di un pezzo per fiati di Richard Strauss. La gavotta della sonatina n. 2 fa sembrare minimalista quella della prima sinfonia di Prokofev. Solo nella sonatina n. 5 e nei sei pezzi per piano il compositore austriaco comincia ad accostarsi all’ambiguità armonica dei suoi successivi lavori. Mikhail Koržev è un ottimo difensore di Křenek, e questo non stupisce, conoscendone le autorevoli registrazioni dei primi tre concerti. Chiaramente capisce questa musica ed è convinto del suo valore: è uno dei motivi per cui questo album è davvero prezioso.
Jed Distler, ClassicsToday

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Questo articolo è uscito sul numero 1500 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati