Un duro dramma carcerario diventa un rabbioso sfogo su un passato in cui la Spagna cercava di compiere i primi incerti passi verso la democrazia, dopo la morte di Francisco Franco, alla fine del 1975. Questa storia di detenuti brutalizzati da un regime che sbatteva in carcere chiunque non gli piacesse può far pensare a Hunger per la sua rappresentazione di un’orribile ingiustizia. Mentre per altri aspetti si affida alle convenzioni del genere. Il testardo e orgoglioso ragioniere Manuel (Miguel Herrán) finisce in galera accusato di frode. Il suo carattere ribelle si scontra immediatamente con i metodi delle guardie che gestiscono il carcere a colpi di manganello. Manuel si unisce a un’associazione per i diritti dei prigionieri, cercando di coinvolgere anche i suoi riluttanti compagni di cella. Rodríguez ha il merito di rendere visivamente impressionante questo dramma ingabbiato, sfruttando magnificamente le location all’interno del carcere Modelo di Barcellona, chiuso nel 2017.
Fionnuala Halligan, Screen International

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati