Girato in 18 giorni praticamente in un’unica location, il secondo convincente film di Zachary Wigon è una commedia romantica dall’umorismo nero nascosta dietro uno spiazzante thriller psicosessuale. O viceversa. Ma non è importante. La scrittura (di Micah Bloomberg) è così affilata, le interpretazioni sono così agili e le riprese (di Ludovica Isidori) sono così creative che quello che potrebbe sembrare un esperimento di cinematografia da lockdown si rivela un coinvolgente “scontro di volontà”. Il presunto ereditiero Hal (Christopher Abbott) riceve la bellissima Rebecca (Margaret Qualley) per quella che sembra una riunione di affari. Però qualcosa non torna. Così scopriamo che in realtà Rebecca è una dominatrix e che i due stanno interpretando un copione ben definito. Ma ovviamente non è tutto. Dove finisce il gioco e dove comincia la vita reale? Hal e Rebecca, alla fine, saranno costretti a rispondere.
Jeannette Catsoulis, The New York Times

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Questo articolo è uscito sul numero 1515 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati