Ned ha cinque anni e vive in un frutteto che suo padre fatica a gestire. Da una barca presa in prestito il bambino osserva una balena che, a quanto si dice, è impazzita per la perdita della sua famiglia. Questo è un ricordo a cui Ned tornerà più volte. Il libro ripercorre tutta la sua vita intervallata da scene di un’estate, dieci anni dopo l’incontro con la balena, mentre aspetta il ritorno dei suoi fratelli dalla seconda guerra mondiale. Ned venera i suoi fratelli scomparsi. Non può “cavalcare come Bill” o “correre e sorridere” come Toby. Scaccia la paura di non vederli più con “sogni di cattura, di caccia” e, soprattutto, sogna di risparmiare abbastanza soldi per comprare una barca. La acquisterà da un uomo il cui figlio è morto in guerra nel Pacifico. Ned non riesce a guardarlo in faccia. Il dolore di quell’uomo è troppo simile alla sua paura. Questo è un romanzo sulle emozioni più profonde, sull’amore, sulla paura e sulla gioia. Che Ned torni o meno nel luogo dove ha visto la balena, deve capire di non essere semplicemente il “fratellino senza guerra” di Bill e Toby. Arnott dimostra che il fantastico può essere un elemento che creiamo nella nostra vita per sopportare qualcosa di insopportabile.
Kimberley Starr, The Sydney Morning Herald

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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati