Il protagonista del romanzo di Hynes è uno schiavo orfano che non conosce la sua età, le sue origini e il suo nome. Vive nella città fatiscente di Carthago Nova (l’attuale Cartagena, in Spagna) durante gli ultimi giorni dell’impero romano. Il suo mondo è confinato nel luogo in cui è costretto a lavorare, che è “una cucina angusta e fumosa e uno stretto giardino di dieci passi”.

La cucina fa parte di Helicon, un bordello con taverna. Qui il ragazzo dorme in un angolo, in mezzo agli scarafaggi. È affascinato dagli uccelli e per questo si fa chiamare Passero, un nome che gli permette di entrare in un mondo immaginario dove può dimenticare la paura e il dolore e volare alto sopra i confini della sua travagliata esistenza. L’unica amica di Passero è Euterpe, una delle prostitute che cerca di educarlo e curarlo. Ma nel mondo di Helicon non c’è posto per la gentilezza ed Euterpe non ha alcun potere contro il gestore del bordello, Audo. Passero ci dice che “Audo è un martello e ogni problema è un chiodo”. Quando gli abitanti di Carthago Nova si convertono al cristianesimo, il bordello comincia a perdere denaro e Audo si rende conto che Passero è “un bel ragazzo”. “Lettore, so che sai come andrà a finire”, dice Passero. Il lettore in effetti lo sa. Euterpe e Passero decidono di tentare la fuga. Ma sappiamo che non è possibile un lieto fine. Di solito, uno scrittore usa la tecnica dell’anticipazione per mantenere l’interesse del lettore. In questo caso, la prefigurazione è usata per uccidere qualsiasi aspettativa. Alice Jolly, The Guardian

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Questo articolo è uscito sul numero 1536 di Internazionale, a pagina 88. Compra questo numero | Abbonati