Helen Garner (Darren James, Text publishing)

Helen Garner è una delle più importanti scrittrici australiane. È nata a Geelong nel 1942 e ha fatto l’insegnante fino al 1972, anno in cui è stata licenziata in tronco per aver tenuto una lezione di educazione sessuale non previsita dal programma. Il romanzo semiautobiografico Come piombo nelle vene, uscito nel 1977, è stato il suo primo libro. Nora, un’insegnante di Melbourne, s’innamora di Javo, un attore tossicodipendente. Nel suo giro di amici un po’ alternativi Nora tiene insieme la sua relazione con Javo, la sua dipendenza e tutti i problemi che causa. Nora gli sta vicino quando cerca di uscirne anche se è tutto molto difficile. Vivono una vita molto comunitaria, in grandi case dove tutti sembrano conoscersi bene tra di loro. Gli amici mettono in guardia Nora, ma lei è innamorata, anzi sviluppa una dipendenza per il suo amore per Javo. Come piombo nelle vene è essenzialmente un romanzo sul ciclo della dipendenza, non solo per le situazioni che descrive ma proprio nella sua stessa struttura. I lettori seguono gli alti e bassi di Nora e tutto sembra muoversi in un circolo vizioso. Anche se la trama non è incalzante come vorremmo, Garner riesce a creare un legame profondo con i personaggi, soprattutto con Nora, che conosceremo nella profonda intimità. Le sue osservazioni sul mondo circostante sono personali, liriche e molto umane. Ciò che lei ama di Javo è ciò che loro due riescono a essere insieme e ciò che lui è come essere umano. Non si fa illusioni su di lui e soprattutto non mente mai a se stessa su cosa potrebbero diventare come coppia se lui smettesse di drogarsi: una descrizione fedele su cosa significhi innamorarsi. Come piombo nelle vene può essere letto anche come un romanzo sulla condizione umana, su parti di noi stessi che preferiremmo non dover mai affrontare. E in questo senso è anche un’esplorazione della dipendenza e di una parte della società che i conservatori australiani degli anni settanta avrebbero preferito non vedere. Come piombo nelle vene è un romanzo importante e la sua lingua non è solo bella e curata ma descrive le relazioni in modo spietato e preciso. Sophie Clews, The Creative Issue

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Questo articolo è uscito sul numero 1550 di Internazionale, a pagina 79. Compra questo numero | Abbonati