Dopo il bestseller Felice anno vecchio (Feltrinelli 1988) lo scrittore brasiliano Marcelo Rubens Paiva torna a esaminare la sua storia. Stavolta il punto di partenza è l’infanzia con il primo grande trauma della sua vita: la sparizione di suo padre, il deputato federale Rubens Paiva, che era stato sospeso dal suo incarico dopo il colpo di stato del 1964 poi imprigionato, torturato e ucciso dai militari nel 1971. Solo nel 2014 l’autore è riuscito a scrivere con certezza la frase “torturato e ucciso dai militari”, quando la Commissione nazionale per la verità ha svelato il caso emblematico del padre: Ruben Paiva è morto nel secondo giorno di torture e il suo cadavere fu prima sotterrato, poi riesumato e gettato in mare. Quella verità ha portato quasi uno strano senso di conforto alla famiglia, una sensazione però che è diventata angoscia quando l’autore ha assistito, più o meno in quegli stessi giorni, a manifestazioni che richiedevano a gran voce il ritorno della dittatura militare. L’unico modo per Paiva di affrontare quel disagio era scrivere, un’urgenza accresciuta dalla nascita del primo figlio. Ma quello che doveva essere un libro sulla vicenda del padre presto diventa la storia di sua madre, Eunice Paiva, una figura chiave nella lotta della famiglia contro la dittatura. La donna soffre di alzheimer e Marcelo ne parla al passato. “Sono ancora qui”, la frase che dà il titolo al libro è la formula che Eunice ripete ogni volta che il suo cervello va in confusione. Marcelo sembra voler restituire alla madre il ruolo fondamentale che ha avuto in tutta la storia (“Ha fatto più lei contro la dittatura di quanto avesse fatto mio padre”). Il libro però è anche molto duro quando si tratta di descrivere la relazione tra madre e figlio: “Era una donna pratica, colta, intelligente, magrissima, una lavoratrice infaticabile. Tutto quello che non vorresti in una madre. Parlo di lei al passato avete notato? Quando da bambino avevo bisogno di stare in braccio a qualcuno mi rivolgevo alle nonne, alle mamme degli amici, alle maestre. Mia madre deve avermi dato al massimo quattro baci in tutta la nostra vita (…) eppure aveva un’intelligenza emotiva superiore a quella di tutti noi”. Mariana Filgueiras, O Globo (2015)
Da questo libro è tratto il film di Walter Salles Io sono ancora qui_, in uscita il 30 gennaio._
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Questo articolo è uscito sul numero 1597 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati