Dopo aver lasciato il suo villaggio del nord e suo marito, Monique deve di nuovo scappare, stavolta deve lasciare l’appartamento parigino dell’uomo con cui aveva provato a rifarsi una vita. Édouard Louis correggerebbe e scriverebbe: “L’uomo con cui ha abitato”. Perché Monique, sua madre, non ha davvero vissuto accanto a quel compagno: ne ha subìto le sfuriate, gli insulti, le umiliazioni. Finché un giorno decide di riprendersi la libertà. Chiama suo figlio in lacrime. Édouard Louis, allora ventottenne e già autore affermato in residenza ad Atene, decide di organizzare con lei la sua fuga. Monique non ha denaro e la libertà ha un prezzo. Da lontano, dal suo computer, il figlio, il suo alleato, le ordina un taxi, le fa arrivare dei pasti quando si rifugia da lui, le trova una casa e dei mobili. Come nel videogioco che amava da bambino, in cui bisognava creare la vita di un personaggio, lui ricostruisce un’esistenza per sua madre perché abbia finalmente una vita tutta sua. In un’inversione dei ruoli sorprendente e commovente, diventa l’autore della propria madre, la rimette al mondo. Con il suo primo libro, Il caso Eddy Bellegueule, l’aveva ferita: era il racconto di un’infanzia povera e violenta. È attraverso la stessa strada, la scrittura, che ora tenta una riparazione. “Attraverso di lei ho scoperto il piacere di scrivere al servizio di qualcun altro. Nulla, in letteratura, mi aveva mai dato così tanta gioia”. Questo libro è un gesto d’amore.
Elisabeth Philippe, Le Nouvel Obs
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Questo articolo è uscito sul numero 1643 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati