Mio figlio di due anni schiaffeggia in modo gratuito e improvviso gli altri bimbi con cui gioca, grandi e piccoli. Il mio compagno e le maestre dicono che è una fase e che passerà, ma se invece stesse provando a dirmi qualcosa? Sono confuso.–Nicolò

Quando diventi genitore devi sviluppare una capacità fondamentale: saperti tenere in equilibrio tra non sottovalutare e non drammatizzare. Nella vita di un bambino succedono tante cose, e spesso si può decidere se preoccuparsi molto o se pensare che non sia nulla di grave.

Qualche esempio? Una mattina una neonata si sveglia con delle strane bollicine sulla pancia; un ragazzino che è sempre andato volentieri a scuola comincia a fare storie per andarci; una bambina sviluppa un tic che non aveva mai avuto. Con i miei tre figli mi capita ogni giorno di chiedermi se sto sottovalutando o drammatizzando qualcosa. L’ultima in ordine di tempo: nel giro di due settimane mia figlia di quattordici anni si è persa le scarpe da ginnastica, gli occhiali e il telefono. Il ventaglio delle possibilità che ho in testa va da “ha un disturbo dell’attenzione che sta peggiorando con l’età” fino a “è un’adolescente con la testa per aria, imparerà”.

Per tenersi in equilibrio fra dramma e leggerezza è utile confrontarsi con gli altri: parlare con il tuo compagno, con le maestre, anche con la pediatra in questo caso, è il modo migliore per relativizzare le tue preoccupazioni. Se tutti gli altri sono tranquilli, metti da parte gli scenari peggiori e lascia passare un po’ di tempo per vedere se in effetti è solo una fase passeggera.

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Questo articolo è uscito sul numero 1454 di Internazionale, a pagina 16. Compra questo numero | Abbonati