Cultura Libri
Fellowship point
592 pagine, 22 euro

I romanzi con protagonisti anziani si prestano all’esplorazione di questioni legate al tempo, alla storia e al cambiamento. A differenza dei protagonisti più giovani, essi sanno già chi sono diventati e cosa hanno fatto della loro vita. Le due donne al centro del magistrale romanzo di Alice Elliott Dark sono amiche da ottant’anni, da quando erano bambine. Le loro famiglie, benestanti quaccheri di Filadelfia, possiedono un cottage su una penisola del Maine. Fellowship point è un luogo incontaminato dove si ritrovano ogni anno. Agnes Lee, la forza motrice del romanzo, è una vegetariana solitaria, non sposata e senza figli, nonché una famosa scrittrice di libri per bambini con un’identità segreta. Agnes si oppone quando Maud Silver, ventisettenne che lavora in una casa editrice, cerca di spronarla a scrivere un libro di memorie sulla genesi dei suoi libri per bambini. Tuttavia, non riesce a resistere all’ammirazione di Maud e alla sua intelligenza feroce, che si rivela pari a quella di Agnes. Polly Wister, la più vecchia e cara amica di Agnes, è una moglie e madre gentile e compiacente che sta facendo i conti con un matrimonio pluridecennale in cui ha sostenuto con devozione il marito professore di filosofia e tre figli, mentre ha messo a tacere le proprie ambizioni e il proprio intelletto, e piange una figlia morta in età infantile. Si destreggia costantemente tra l’amicizia di una vita con Agnes – che, per usare un eufemismo, può essere difficile – e le esigenze della sua famiglia. La continua tensione in questa antica amicizia è resa evidente fin dalle prime pagine. Agnes provoca Polly, e Polly resiste passivamente, e così va avanti fino a una scena straordinaria a circa metà del libro, in cui le due amiche finalmente si dicono senza mezzi termini le cose che hanno represso per decenni. L’ultima parte del libro porta alla luce le due questioni centrali: come si riconcilieranno le amiche? E che ne sarà di Fellowship point dopo la loro morte?
Kate Christensen, The New York Times

Rifqa
155 pagine, 16,00 euro

Nel notevole esordio di Mohammed El-Kurd, Rifqa, il poeta di Gerusalemme scrive di nostalgia: per un’infanzia ininterrotta, per la casa, per le risate. Queste nostalgie sono, ovviamente, avvolte in quell’onnipresente bruciore di liberazione che alberga nello stomaco dei palestinesi. Rifqa esplora magnificamente i modi in cui il colonialismo altera la nostra navigazione nel tempo e nello spazio: pochi chilometri di viaggio possono richiedere una vita intera, un evento che si è verificato settantatré anni fa è come se stesse accadendo per la prima volta domani, e la città da cui si è fuggiti può essere ricreata in quella in cui si atterra. Come la Nakba, la morte palestinese è continua, ma come la Nakba lo è anche la resistenza palestinese. E allora, qual è la funzione della poesia? Cosa dobbiamo dedurre da questa raccolta, che mette in discussione il suo stesso mezzo? La poesia non può costruire una casa, non può fermare una bomba. Può, però, comunicare.
Summer Farah, Los Angeles Review of Books

Piccole cose da nulla
104 pagine, 13,00 euro

In tutti i racconti di Claire Keegan c’è una famiglia. Il protagonista cambia – padre, madre, un figlio o una figlia – ma non è mai in primo piano. La narrazione trae invece la sua risonanza emotiva dalle dinamiche tra i personaggi. All’interno di queste famiglie ci sono crudeltà e violenza, ma anche profonde sorgenti di affetto. Ci sono molte cose non dette. Piccole cose da nulla, l’ultimo romanzo breve della Keegan, condivide queste caratteristiche con i suoi migliori racconti. Bill Furlong è un commerciante di carbone con moglie e cinque figlie. È il Natale del 1985. Bill è un puro di cuore, che a volte mostra un sentimentalismo quasi dickensiano. Ai margini della città c’è un convento, al quale è annessa una scuola di formazione e una lavanderia dove vivono e lavorano giovani donne. Su quelle che le frequentano circolano voci di ogni tipo. Le terribili condizioni in cui sono costrette a vivere trovano finalmente conferma quando Furlong scopre una ragazza rinchiusa nella carbonaia del convento, angosciata, a malapena in grado di camminare e che chiede di vedere il suo bambino. Nella sua nota al testo, Keegan spiega che le lavanderie Magdalene, dove si stima siano state rinchiuse trentamila donne irlandesi tra il settecento e il novecento, erano gestite e finanziate dalla chiesa cattolica in accordo con lo stato irlandese.
Lamorna Ash, The Guardian

La famiglia Shaw
238 pagine, 17,50 euro

Una famiglia numerosa cresce in Virginia nella prima metà del novecento. La famiglia Shaw è composta da sette figli, il padre Jim, che lavora duramente nella fattoria ma è costretto a vendere la terra, e la madre Marie, vittima della depressione. Dopo la morte di Marie, i figli sono colpiti in misura diversa e non sanno se la morte sia stata un’overdose accidentale o un suicidio. Raccontato in capitoli brevi e non sequenziali, il romanzo segue i singoli familiari durante momenti significativi della loro vita: una gravidanza adolescenziale, il matrimonio e la perdita del coniuge, la decisione di trasferirsi, l’arruolamento nella seconda guerra mondiale e la vita da genitori. Alcuni dei figli tornano alla casa di famiglia dopo la morte di Jim, ma tutti affrontano le distanze – sia fisiche sia emotive – che hanno creato dei vuoti persistenti tra di loro. Un romanzo consolante e ingannevolmente leggero su una famiglia che guarisce da una perdita importante e sui fratelli che si sostengono a vicenda nell’età adulta.
Kirkus Review

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1488 - 25 novembre 2022
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