Editoriali

Un’altra strage insensata

Ancora una volta un giovane arrabbiato con un fucile d’assalto ha sprofondato nel sangue una città statunitense. Ancora una volta famiglie distrutte devono seppellire i loro cari. Ancora una volta, una cosa così semplice – come andare in chiesa, a scuola e assistere a una parata – si aggiunge alla lista dei piaceri della vita che negli Stati Uniti non si possono più dare per scontati. E ancora una volta bisogna chiedersi perché si permette che questa follia continui. Quante altre famiglie devono essere distrutte inutilmente prima che si faccia qualcosa per limitare le armi che rendono così oscenamente facile uccidere tante persone in così poco tempo?

Il 4 luglio sei persone sono state massacrate nel giro di pochi minuti da un uomo armato che si è appostato su un tetto e ha sparato più di settanta colpi durante la parata del giorno dell’indipendenza, in un parco alla periferia di Chicago. Un’altra persona è morta poche ore dopo. I feriti sono decine. Le vittime avevano un’età compresa tra gli otto e gli 88 anni. Secondo le autorità il fucile d’assalto usato nell’attacco è stato legalmente acquistato dal sospetto, un ragazzo di 21 anni. La facilità con cui si possono comprare queste armi da guerra – e la guerra è esattamente quello che aveva in mente chi le ha progettate – è ormai, dopo Columbine, Sandy Hook, Parkland, Las Vegas e un’infinità di altre stragi, una storia tristemente familiare. A maggio, a distanza di pochissimi giorni, la sparatoria in un alimentari di Buffalo e quella in una scuola elementare di Uvalde, in Texas, erano state compiute da diciottenni che avevano potuto entrare indisturbati in un’armeria, uscendone con armi che avrebbero poi usato per uccidere 31 persone. Questo avrebbe dovuto spingere il congresso degli Stati Uniti ad agire.

Un modesto pacchetto di misure di sicurezza in materia di armi e scuola, negoziato da un gruppo di senatori democratici e repubblicani, è stato approvato. Ma la regolamentazione delle armi d’assalto non è stata nemmeno presa in considerazione. È stato un bene che il congresso abbia messo fine a uno stallo di più di 25 anni sul controllo delle armi da fuoco. Ma, come dimostrano gli orribili fatti del 4 luglio, sono necessarie riforme più severe. Mettere al bando i fucili d’assalto sarebbe un buon punto di partenza. ◆ ff

Libertà di genere

Con la nuova legge sull’autodeterminazione, che sostituisce la legge sulla transessualità del 1981, lo stato e la società tedesca riconoscono finalmente a queste persone il rispetto che meritano. Grazie alla nuova legge basterà andare una sola volta nell’ufficio preposto per farsi cambiare sesso e nome sul passaporto. Si tratterà quindi di un atto amministrativo e non di un provvedimento di natura medica. A quale sesso ci si sente di appartenere non lo determinerà più un medico, uno psicoterapeuta o lo stato, ma la persona stessa. I minori di quattordici anni avranno bisogno del consenso dei genitori e in caso di conflitti decideranno i tribunali.

A questo punto gli ostacoli burocratici dovrebbero essere in gran parte eliminati. In base alla legge in vigore finora bisognava presentare due perizie psicologiche. Queste certificazioni costano molto, hanno lunghi tempi di lavorazione e prevedono a volte umilianti domande intime. La nuova legge ha suscitato scetticismo: c’è chi la critica perché teme che qualcuno possa approfittarne, anche se non è chiaro in che modo. Il fatto è che solo il diretto interessato può dire cosa prova. So solo io se credo in dio, se mi sento aggredita, da chi sono attratta. E lo stesso vale per la mia identità di genere.

Il numero di persone che chiede di cambiare sesso sui documenti aumenta ogni anno. Non ha nulla a che vedere con il fatto che tutt’a un tratto è diventato conveniente o alla moda essere trans. Al contrario, queste persone sono esposte alla discriminazione, alle molestie e alle aggressioni tanto quanto prima. In molti riferiscono di umiliazioni subite a causa del linguaggio del corpo o del modo di parlare, fino all’emarginazione o a subire crimini d’odio.

Persone trans, o che non sentono di appartenere ad alcun genere, ci sono sempre state. Ma con una crescente accettazione sociale, ora finalmente si sentono più sicure nell’uscire allo scoperto. ◆ mp

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1468 - 8 luglio 2022
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