Alexander Boris de Pfeffel Johnson è un bambino introverso. Nei primi anni di vita è costretto a cambiare spesso città e continente per seguire il lavoro del padre. Una delle poche relazioni umane che ha è quella con la sorella Rachel, con la quale gioca a “chi dei due è più biondo”. Il padre di Alexander passa di casa molto di rado, ma quando c’è lo invita a prendersi le sue rivincite e ad ambire al massimo possibile, tanto che, quando un giorno gli chiede cosa vorrà fare da grande, lui risponde: “Sarò il re del mondo”. Nel frattempo la madre cade in uno stato di depressione che le impedisce di accudire i figli, e Alexander viene mandato in collegio. Lontano dalla famiglia, il giovane Alexander si riscatta: decide di farsi chiamare con il suo secondo nome, Boris, vince una borsa di studio per entrare a Oxford, comincia a frequentare le associazioni studentesche più problematiche e si fidanza con la ragazza più popolare della scuola. Grazie alla sua ambizione, Boris scopre di essere il più bravo di tutti soprattutto quando gioca sporco: è lo stesso atteggiamento che lo porterà, qualche decennio più tardi, a diventare il primo ministro britannico, l’uomo che porterà il Regno Unito fuori dall’Unione europea. In una nuova miniserie il podcast British scandal reinterpreta la vita di Boris Johnson in maniera incredibilmente non fastidiosa.

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Questo articolo è uscito sul numero 1485 di Internazionale, a pagina 96. Compra questo numero | Abbonati