Jason Rezaian ha un doppio passaporto, statunitense e iraniano, e collabora come corrispondente freelance per il Wash­ington Post. Vive a Teheran insieme alla moglie, Yeganeh, corrispondente dal Medio Oriente. Tra un servizio e l’altro Jason porta avanti un’idea a cavallo tra la passione e la sfida imprenditoriale: importare la coltivazione dell’avocado in Iran, dove, a causa dell’isolamento imposto al paese dalla rivoluzione del 1979, non è mai arrivato. Passa le giornate a fare chiamate e a scrivere email parlando di avocadi, fino a che un giorno lui e la moglie, usciti dall’ascensore del loro palazzo, sono arrestati dalle guardie della rivoluzione e portati nel carcere di Evin. Yeganeh è rilasciata dopo tre mesi d’isolamento, mentre Jason viene condannato per spionaggio e resterà in uno dei carceri più duri del mondo per 544 giorni. L’accusa è di aver partecipato a un piano segreto della Cia chiamato “missione Avocado”. Il podcast, citato anche dalla giornalista Cecilia Sala durante la sua prima intervista televisiva dopo essere stata detenuta nello stesso carcere, è scritto e raccontato dal protagonista, con passaggi continui dal comico al tragico, catturando l’ascoltatore sul piano emotivo prima di fornire gli elementi necessari a comprendere il complesso rapporto diplomatico tra Teheran e Wash­ington.

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Questo articolo è uscito sul numero 1598 di Internazionale, a pagina 84. Compra questo numero | Abbonati