I libri italiani letti da un corrispondente straniero. Questa settimana Salvatore Aloïse della tv francotedesca Arte.

Sono un centinaio, e quasi tutti sconosciuti, recita l’introduzione. Nelle pagine di Potere assoluto se ne citano i nomi e gli intrecci. Sono i consiglieri di stato, ovvero “i cento magistrati che comandano in Italia”. Esaminano le leggi che regolano le nostre vite e decretano come applicarle. Promulgano sentenze che decidono destini di interi settori dell’economia. Il libro ricostruisce minuziosamente fatti e misfatti di una magistratura autoreferenziale, incurante delle regole. Capitoli interi elencano gli altri incarichi, oltre a quelli giudiziari, assunti come una sorta di prebenda. Sono nei gabinetti ministeriali, spesso anche più potenti dei ministri di turno. Nella giustizia sportiva determinano le giornate di squalifica ai campioni di calcio. Ma, in cima a tutto, eccoli negli arbitrati, un modo comodo per “arrotondare” con lucrose parcelle extra. Senza parlare di quelli che guadagnano insegnando in scuole di preparazione al concorso in magistratura. Sono la scheggia più intoccabile, quella più nascosta e potente della casta. Detto da chi, con Gian Antonio Stella, la parola “casta”, riferita alla politica, l’ha usata per primo. “Se non si tocca questa roba”, afferma Rizzo, “l’Italia non cambierà mai”. Cominciare a conoscere queste cento persone è già un passo avanti.

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Questo articolo è uscito sul numero 1451 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati