24 novembre 2014 14:23

Moldova
30 novembre, elezioni politiche
Il 30 novembre i cittadini moldavi si recheranno alle urne per rinnovare il parlamento nazionale. Gli ultimi sondaggi indicano una vittoria del Partito dei comunisti della Repubblica di Moldova (Pcrm) contro il principale avversario, il Partito liberale democratico di Moldova (Pldm). I temi di maggiore interesse della campagna elettorale hanno riguardato le aspirazioni a una maggiore integrazione con l’Unione europea, condivise da entrambi i partiti, e i rapporti con la Russia, tesi ormai da anni per via della secessione di fatto della regione orientale della Transnistria, appoggiata da Mosca. Quasi certamente il partito che vincerà non otterrà la maggioranza assoluta in parlamento e sarà necessario attendere i risultati ufficiali per stabilire, in base ai seggi ottenuti dai partiti minori, quale coalizione guiderà il paese nei prossimi quattro anni. La correttezza delle operazioni di voto e di scrutinio, in passato al centro di polemiche, sarà sottoposta al controllo dell’Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (Osce).

Namibia
28 novembre, elezioni politiche e presidenziali
Il 28 novembre si svolgono in Namibia le elezioni legislative e il primo turno delle presidenziali. Da quando ha ottenuto l’indipendenza dal Sudafrica, nel 1990, la vita politica del paese è dominata dall’Organizzazione del popolo dell’Africa del sudovest (Swapo), che anche questa volta dovrebbe ottenere un’ampia vittoria contro il principale partito d’opposizione, il Raggruppamento per la democrazia e il progresso (Rdp). Nella sfida per la carica di presidente, il candidato della Swapo, Hage Geingob, potrebbe imporsi fin dal primo turno. L’assenza di conflittualità interne e i buoni rapporti con i paesi vicini, oltre a un’economia in crescita che alimenta la fiducia nel partito di governo, hanno permesso uno svolgimento della campagna elettorale privo di tensioni. In queste elezioni la Namibia sarà il primo paese africano a sperimentare il voto elettronico.

Svizzera
30 novembre, referendum
Il 30 novembre gli elettori si pronunceranno su tre quesiti referendari dal forte impatto politico ed economico. Il primo riguarda la possibile introduzione di una limitazione degli ingressi degli stranieri in nome della sostenibilità ambientale in un paese di dimensioni ridotte come la Svizzera. Il secondo sostiene l’abolizione della tassazione privilegiata per i milionari stranieri che decidono di risiedere stabilmente in Svizzera. Il terzo riguarda la proposta di impedire nuove vendite di riserve auree nazionali e introdurre l’obbligo che sia in oro almeno il 20 per cento del patrimonio della Banca nazionale svizzera. I sondaggi fanno prevedere la bocciatura di tutte e tre le proposte referendarie, anche grazie a un fronte del no che ha unito in maniera trasversale la quasi totalità del panorama politico del paese, preoccupato dei rischi che comporterebbe una vittoria dei sì per l’economia e le relazioni con l’Unione europea.

Tonga
27 novembre, elezioni politiche
Il 27 novembre i cittadini di Tonga sceglieranno i 17 deputati elettivi dell’assemblea legislativa (106 candidati tra cui 16 donne), che formeranno il nuovo parlamento insieme ai nove rappresentanti nominati dal re, George Tupov VI. È la seconda volta che nell’arcipelago, retto da una onarchia costituzionale, si vota per eleggere la maggioranza dei parlamentari. Nella precedente consultazione del 2010, la maggioranza dei seggi fu assegnata ai candidati del Democratic party of the friendly islands, formazione politica che, insieme al People’s democratic party, è erede dei movimenti filodemocratici attivi dagli anni settanta. Il dibattito elettorale si è incentrato sulle misure da adottare per un’ulteriore democratizzazione del sistema politico, e il risultato di quest’anno determinerà chi sarà chiamato a rappresentare in parlamento questa spinta, condivisa dalla maggioranza della popolazione.

Uruguay
30 novembre, elezioni presidenziali
Il 30 novembre in Uruguay si svolgerà il secondo turno delle elezioni presidenziali, da cui uscirà il nome del successore di José “Pepe” Mujica alla guida del paese. Si sfideranno Tabaré Vázquez, 74 anni, candidato del Frente amplio (centrosinistra), e Luis Alberto Lacalle Pou, 41 anni, del Partido nacional (centrodestra). I sondaggi prevedono una vittoria di Vázquez, esponente del partito di Mujica e già presidente dal 2005 al 2010: un mandato che è ricordato per la sostenuta crescita economica e per l’avvio di efficaci politiche sociali. Un tema caldo della campagna elettorale è stato quello dell’avvenuta legalizzazione della marijuana: un provvedimento voluto da Mujica e che Lacalle Pou promette, se eletto, di cancellare. L’interesse maggiore, però, è quello relativo ai principali problemi che il paese dovrà affrontare nei prossimi anni: il miglioramento del sistema dell’istruzione, la sicurezza e le misure necessarie per garantire la crescita economica, che ha cominciato a dare i primi segnali di rallentamento.

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